La sentenza di appello conferma la precedente decisione del 2013: Google Books non è un servizio fuorilegge e la scansione dei testi altrui posta in essere dalla società di Mountain View è assolutamente legittima.
Le conclusioni sono esattamente quelle di due anni fa: Google trionfa: Books non è un servizio “fuorilegge”. La digitalizzazione dei libri svolta nell’ambito del servizio Google Books è, secondo i giudici, assolutamente aderente al concetto di fair use.
Google non dovrà versare alcun risarcimento agli editori che si sono dichiarati danneggiati dalla pubblicazione online di estratti dei loro testi. Anzi, in tribunale si è ribadito che la società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha aiutato la diffusione della conoscenza e della cultura rendendo molto più semplice accedere al contenuto dei libri, anche di quelle pubblicazioni che sono spesso difficili da reperire.
Nelle pagine di Google Books (Google Libri, in italiano) in cui sono visualizzati i testi “sfogliabili”, l’azienda non pone neppure alcun riferimento pubblicitario (lo fa solamente nell’elenco dei risultati delle ricerche).
Secondo i giudici, quindi, Google Books “fa bene” anche agli editori che possono contare su entrate aggiuntive e sulla possibilità di accrescere le vendite dei propri testi in formato digitale.
A questo punto la partita è davvero chiusa e la vittoria di Google si conferma schiacciante.