La “Free Software Foundation” (FSF), fondazione per lo sviluppo del software libero creata da Richard Stallman nel 1985, torna a far sentire la sua voce e critica aspramente la modalità “Secure Boot“, offerta dai nuovi BIOS UEFI (“Unified Extensible Firmware Interface“), e sulla quale poggerà Windows 8.
Non sono bastate le parole rassicuranti di Steven Sinofsky, presidente della divisione Windows e Windows Live di Microsoft. Con l’intento di gettare acqua sul fuoco, Sinofsky aveva ritenuto opportuno liberare il campo da equivoci: Microsoft non sta tentando e non vuole assolutamente bloccare i sistemi operativi alternativi a Windows, quale può essere Linux. Aveva spiegato l’esperto del colosso di Redmond utilizzando le colonne del blog ufficiale di Windows 8.
Secondo le specifiche alla base del funzionamento di “Secure Boot“, qualunque firmware e qualsiasi software utilizzato durante il processo di boot dovranno essere firmati digitalmente impiegando un certificato emesso da una “Certification Authority” (CA) riconosciuta. In questo modo, verrà bloccata anche l’esecuzione di codice che dovesse essere stato immesso da un componente malware (per maggiori informazioni, vi suggeriamo di consultare questo nostro articolo).
FSF ha deciso di avviare una vera e propria “campagna di sensibilizzazione” in modo da spronare i produttori hardware a concepire i nuovi personal computer “pronti per Windows 8” in modo tale che l’utente possa comunque essere libero di installare qualunque tipologia di software. Microsoft, da parte sua, assegnerà il bollino “compatibile con Windows 8” solamente a quelle macchine che saranno dotate del nuovo BIOS UEFI e, in particolare, della specifica “Secure Boot“. FSF chiede delle certezze ai produttori di personal computer: la funzionalità “Secure Boot” non potrà influenzare negativamente la libertà di scelta dell’utente: qeusti dovrà essere sempre e comunque in grado di installare qualunque sistema operativo alternativo sul suo personal computer. Diversamente, sostiene FSF, “Secure Boot” avrà ben poco a che fare con l’aspetto della sicurezza ma sarà piuttosto un “Restricted Boot“.
“Esortiamo tutti i produttori di personal computer che stanno implementando la cosiddetta funzionalità Secure Boot di UEFI a procedere in maniera tale che l’installazione del software libero sia comunque permessa. Per rispettare la libertà dell’utente e proteggere davvero i sistemi, i produttori dovrebbero permettere la disattivazione delle restrizioni imposte in fase di boot o comunque implementare una modalità sicura che consenta di installare ed eseguire un sistema operativo alternativo sulla base della scelta operata dai singoli utenti“, si legge in una nota firmata FSF.