Il prossimo 8 giugno sarà il giorno della “prova generale” del protocollo IPv6. Alcuni tra i più grandi siti web a livello internazionale, hanno infatti raggiunto un accordo per saggiare, su larga scala, il funzionamento del successore di IPv4. Durante tutta la giornata – battezzata “World IPv6 Day” – i partecipanti all’iniziativa (Facebook, Google e Yahoo, tra tutti) dovranno garantire pieno supporto, in modalità “nativa”, del traffico IPv6 attraverso i propri siti web.
“Si tratta di un’eccitante opportunità che consetirà di provare sul campo IPv6 durante una finestra temporale pari a 24 ore“, ha commentato Leslie Daigle, uno dei responsabili di Internet Society, organizzazione internazionale di diritto americano per la promozione dell’utilizzo e dell’accesso a Internet “patron” dell’iniziativa.
Il passaggio ad IPv6 è oramai sempre più obbligato dal momento che, da tempo, gli indirizzi IPv4 ancora disponibili stanno scemando a ritmi vertiginosi. Gli ultimi dati evidenziano come meno del 5% degli indirizzi IPv4 siano rimasti “nelle mani” delle entità regionali responsabili circa la loro assegnazione. La quarta versione dell'”Internet Protocol” utilizza uno spazio di indirizzamento pari a 32 bit per un totale di circa 232 (4,3 miliardi) di indirizzi IP disponibili.
Con la vertiginosa crescita della “popolazione della Rete” e la sempre più massiccia diffusione di dispositivi client utilizzati per collegarsi ad Internet in mobilità, la domanda di indirizzi IP è destinata ad aumentare a dismisura. Per questo, la migrazione ad IPv6 non può essere più ritardata.
La nuova versione dell'”Internet Protocol” mette a disposizione, grazie all’indirizzamento a 128 bit, una cifra immensa di indirizzi (ben 2128): ciò significa che per ogni metro quadrato di spazio terrestre ci sono addirittura 660.000 miliardi di miliardi di indirizzi IPv6.
Come rappresentazione degli indirizzi IPv6, si usano otto gruppi composti da quattro cifre esadecimali, separati dal segno “due punti”. Gli zeri che aprono o chiudono un qualunque gruppo possono essere omessi. Possono essere rimossi anche quei gruppi che contengano solamente degli zeri (0000) ottenendo così rappresentazioni molto più compatte.
Quando, l’8 giugno prossimo, scatterà il “World IPv6 Day“, ci si aspetta un immediato incremento del traffico IPv6 che, a tutt’oggi, è pressoché insignificante. Secondo Arbor Networks, i dati veicolati attraverso il protocollo IPv6 non arriverebbero alla ventesima parte dell’1% di tutto il traffico Internet a livello mondiale.
Secondo Internet Society solo una minoranza degli utenti – valutata nell’ordine dello 0,05% – sperimenteranno problemi di connessione o rallentamenti durante il “World IPv6 Day“. Le difficoltà maggiori saranno collegate all’utilizzo di dispositivi non adeguatamente configurati, soprattutto in ambito domestico.
Il “giorno dell’IPv6” sarà una data cruciale per molti fornitori di contenuti come Google e Facebook che, sino ad oggi, hanno supportato IPv6 mediante indirizzi web “ad hoc” piuttosto che sui siti web “istituzionali” a traffico più elevato.
La Internet Society auspica che l’iniziativa promossa da alcuni tra i siti web di maggiori dimensioni a livello internazionale, possa spronare ISP, fonitori di contenuti, produttori di hardware e sistemi operativi ad implementare prima possibile il supporto di IPv6.