In questi giorni ci siamo letti il nuovo piano degli investimenti statale nelle aree grigie, il documento da poco pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) che riassume gli impegni aggiornati nell’ambito della “Strategia Italiana per la banda ultra larga“.
Fino ad oggi gli investimenti statali per la copertura in fibra ottica del Paese si erano sostanzialmente concentrati sulle cosiddette aree a fallimento di mercato (o aree bianche), quelle zone in cui nessun operatore di telecomunicazioni ha fatto investimenti e che saranno coperte (almeno per ciò che riguarda le regioni interessate dal primo e dal secondo bando) dalla rete in fibra Open Fiber.
Nell’articolo Fibra ottica: quando arriverà? abbiamo presentato una serie di strumenti per stimare quando le aree non raggiunte dalla fibra ottica potranno verosimilmente riceverla.
Ma se nelle aree bianche si forniranno almeno 100 o 30 Mbps (anche in modalità Fixed Wireless – FWA – ove necessario; vedere Copertura fibra ottica Infratel: ecco tutti i comuni d’Italia dove sono iniziati i lavori per i dettagli), adesso v’è l’impegno di portare la connessione Internet a 1 Gigabit per secondo (FTTH, Fiber to the Home), anche nelle aree grigie ossia quelle dove un solo operatore ha fatto investimenti (leggasi Telecom Italia-TIM).
Il Comitato Banda Ultra Larga (Cobul), in data 28 luglio 2017, ha adottato la decisione di dare attuazione a una seconda fase della “Strategia Italiana per la banda ultra larga” effettuando interventi infrastrutturali finalizzati al “salto di qualità” del servizio di connettività nelle aree “a mercato” del Paese (aree grigie).
Il MISE ha quindi avviato una nuova consultazione pubblica (che si concluderà il 4 maggio prossimo) per sondare l’interesse degli operatori di telecomunicazioni i quali potranno sfruttare i fondi messi a disposizione per realizzare la rete in fibra ottica a 1 Gbps anche nelle aree grigie.
Gli obiettivi fissati nell’Agenda Digitale prevedono di offrire, entro il 2020, almeno 100 Mbps all’85% della popolazione italiana oltre a una copertura ad almeno 30 Mbps al 100% della popolazione italiana (aree rurali comprese, quindi). Inoltre, agli edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare) alle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, nelle aree industriali, nelle principali località turistiche e negli snodi logistici deve essere assicurata una velocità di connessione pari o superiore a 100 Mbps.
Il documento relativo alle aree grigie e agli investimenti statali previsti in queste zone per l’allestimento di una rete in fibra ottica a 1 Gbps, appena pubblicato, si inquadra nella seconda fase del processo che sarà ultimato entro il 2025.
Il Governo italiano, come spiegato nel documento, non ritiene necessario intervenire nelle aree in cui gli operatori sono o saranno presenti, entro il 2020, con reti FTTH, per le quali non vi sono dubbi circa la possibilità di assicurare un livello di performance pari a 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload.
Il Piano di intervento pubblico in esame ha quindi l’obiettivo di migliorare il livello di connettività delle aree grigie nelle quali la presenza di un solo operatore di rete privato non consente di raggiungere un’offerta di servizi di connettività superiore a 30 Mbps in download e a 15 Mbps in upload “né si riscontra l’intenzione ad investire da parte di imprese private nei prossimi tre anni, per il potenziamento di detti servizi“.
Nell’articolo Copertura fibra ottica al 2020 per numero civico, in tutta Italia abbiamo visto, per ogni numero civico italiano, quale sarà la velocità di trasmissione dati in downstream assicurata al 2020 dagli operatori telefonici attivi sul territorio nazionale.
Nel caso in cui figurasse il valore 0 nella colonna liv_serv100_30 del foglio elettronico, significa che il civico non si trova in un’area nera o grigia: esso insiste invece su un’area bianca (“a fallimento di mercato”) e la connettività sarà fornita mediante intervento pubblico (attraverso l’aggiudicataria Open Fiber per le regioni ricomprese nel primo e nel secondo bando Infratel).
Le aree in cui sono indicati 30 Mbps come livello minimo del servizio di connettività (colonna liv_serv100_30) sono le zone in cui si concentreranno gli investimenti pubblici.
Nel documento del MISE si legge infatti che 30 Mbps in download e 15 Mbps in upload sono performance considerate “inadeguate a garantire il raggiungimento degli obiettivi di connettività preposti dallo Stato italiano in linea con gli obiettivi comunitari“.
Nella tabella sono indicate le aree grigie e la situazione di copertura prevista, attualmente, per il 2020. Le zone indicate nelle colonne 30/15 VDSL FTTN+Wireless FTTN e Non coperto sono quelle su cui si concentreranno le sovvenzioni statali per portare la connettività a banda ultralarga a 1 Gbps (FTTH). Tali zone del Paese sono pari al 71,9% del totale delle aree classificate come grigie.
Il MISE osserva che “il complesso di questi interventi permetterà di raggiungere una maggiore coesione sociale, economica e territoriale mediante l’accesso ai mezzi di comunicazione tramite una rete a connettività ultraveloce, affidabile, capillare, ininterrotta e condivisa e ai correlati servizi digitali di qualità, che potrà incentivare nuovi investimenti e favorire innovazioni da parte degli operatori. Ciò, in ultima analisi, consegnerà ai cittadini e alle imprese la chiave di accesso al mercato digitale europeo, rimuovendo le situazioni di inadeguatezza della connettività offerta dalle reti esistenti“.