FiberCop è la newco che si occuperà di realizzare il progetto della rete unica italiana prendendo in carico la gestione della rete secondaria di TIM con il supporto di diversi altri operatori di telecomunicazioni.
Per rete secondaria si intende quella che dall’armadio stradale arriva alle abitazioni dei clienti (in molti casi è ancora in rame sfruttando lo “storico” doppino telefonico).
Della genesi di FiberCop abbiamo parlato nell’articolo Via libera alla creazione di FiberCop per la gestione della rete unica nazionale: al tavolo del consiglio di amministrazione saranno seduti TIM, Fastweb e il fondo statunitense KKR con Cassa Depositi e Prestiti che svolgerà un ruolo di primo piano nell’operazione.
Dopo il primo parere positivo ricevuto da AGCOM (FiberCop, AGCOM dà il primo parere positivo per la rete unica) adesso arriva anche l’approvazione da parte della Commissione Europea. L’istituzione europea ha infatti ritenuto che FiberCop non può essere descritta come una “concentrazione“: diversamente la costituzione della newco avrebbe richiesto l’invio di una notifica e un’autorizzazione specifica.
Secondo le regole europee quando più imprese si uniscono le Autorità garanti della concorrenza debbono accertare che il nuovo asset non alteri l’equilibrio del mercato falsando la concorrenza o creando una posizione dominante che potrebbe essere oggetto di abuso.
FiberCop non è quindi valutata come una “concentrazione” di conseguenza si può procedere con tutte le attività legate alla nascita della nuova realtà.
L’avvio operativo di FiberCop dovrebbe essere quindi confermato per il primo trimestre 2021 come aveva anticipato l’amministratore di TIM Luigi Gubitosi.
In termini di quote TIM dovrebbe detenere il 58% di FiberCop mentre KKR e Fastweb, rispettivamente, il 37,5% e il 4,5%.
FiberCop offrirà servizi di accesso passivi sulla rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato con l’obiettivo di completare i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerare l’adozione della connettività ultrabroadband.
Da parte sua Fastweb ha sempre supportato l’iniziativa spiegando i soci del progetto non dovranno affrontare altri esborsi di capitali perché saranno i ricavi dalla vendita di servizi wholesale a generare risorse per gli investimenti.
Da Open Fiber si è guardato con favore alla possibile creazione di una rete unica in Italia a patto che il gestore se ne occupi in modalità wholesale only, esattamente come fatto sino ad oggi dall’azienda compartecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti: Open Fiber, sì alla rete unica con una gestione di tipo wholesale-only e meno burocrazia.
Stando alle indiscrezioni, FiberCop dovrebbe essere solo il primo passo verso la creazione di un’unica rete per le telecomunicazioni nel nostro Paese. Si guarda infatti alla successiva nascita di AccessCo, una società nella quale potrebbe confluire anche Open Fiber previa approvazione di Enel.