L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, oggi annuncia di aver irrogato sanzioni amministrative a Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb a fronte del mancato rispetto dell’obbligo di fatturazione mensile.
La multa ammonta a complessivi 1,1 milioni di euro, briciole per i quattro operatori di telecomunicazioni, come sembra confermare la stessa AGCOM con la frase “il massimo di legge“.
Le disposizioni vigenti, insomma, ancora non permettono sanzioni più severe che invece permetterebbero di reprimere sul nascere comportamenti scorretti e scongiurare la riproposizione degli stessi.
1,1 milioni di euro, infatti, sono una somma irrisoria se confrontati con i ricavi dieci volte superiori che sono arrivati nelle casse degli operatori introducendo le rimodulazioni a 28 giorni (di fatto un mese di canone “regalato” ai provider rispetto a quanto avveniva precedentemente).
Mentre, da un lato, il legislatore ha investito AGCOM di poteri che vanno ben oltre quelli di competenza di un’autorità amministrativa (si pensi alla delibera sul diritto d’autore e alla “tendenza” che sta prendendo piede anche in Europa: L’Europa approva la legge per la protezione dei consumatori: autorità amministrative potranno bloccare i siti), dall’altro non ha fornito all’autorità gli strumenti adeguati per contrastare i comportamenti “furbetti” dei gestori.