Facebook dovrà pagare fino a 250.000 euro al giorno se, entro il termine ultimo di 48 ore, non cesserà definitivamente il tracciamento degli utenti che non sono iscritti al social network.
Lo ha appena stabilito il Garante privacy belga confermando le dure prese di posizione dei mesi scorsi: Facebook al centro di una vertenza legale sulla privacy.
Secondo l’autorità belga, Facebook utilizza un cookie che viene creato sul client ogniqualvolta un utente visiti una qualunque pagina del social network, anche quando non sia stato effettuato il login. Il cookie, in altre parole, viene sempre generato, indipendentemente dal fatto che l’utente sia iscritto o meno a Facebook.
Ogni volta che lo stesso individuo visita altre pagine di Facebook o consulta siti web ove sono presenti i pulsanti “Mi piace” o i social plugins, in forza della presenza del cookie sul suo sistema, la società di Mark Zuckerberg può comporre un profilo dell’utente piuttosto preciso.
Facebook aveva voluto gettare acqua sul fuoco (Facebook spia gli utenti, anche i non iscritti?) precisando di non incrociare i dati raccolti sui siti web di terze parti.
Secondo il Garante privacy belga il cookie creato da Facebook sul client degli utenti non registrati al social network costituirebbe “dato personale” e non può essere utilizzato senza un consenso esplicito.
I responsabili di Facebook hanno dichiarato che l’azienda si appellerà alla decisione del Garante spiegando che qualunque limitazione sull’erogazione del cookie “pietra dello scandalo” avrebbe come risultato quello di rendere più difficoltoso il login al social network anche da parte degli iscritti.
Quello legato all’uso dei cookie da parte dei siti web è un argomento molto spinoso che anche in Italia ha destato una girandola di polemiche. Ancora oggi decine di siti web di caratura nazionale ed internazionale, ad esempio, non si sono affatto adeguati alla normativa (cookie law): Legge sui cookie: arriva anche l’infografica.