L’Autorità tedesca che si occupa di concorrenza ha intimato a Facebook di astenersi dall’incrociare i dati elaborati dal social network con quelli gestiti nello specifico su WhatsApp e Instagram a meno che l’utente non abbia fornito uno specifico consenso.
L’Antitrust di Bonn (detta Bundeskartellamt) ha inoltre stabilito che la la raccolta di dati da siti web di terze parti e il loro conseguente collegamento con gli account degli utenti Facebook è possibile esclusivamente se l’utente ha inviato una sua esplicita autorizzazione.
Come spiega l’Autorità nella sua decisione, spuntare una semplice casella non è una misura ritenuta valida come acquisizione del consenso degli utenti.
Facebook ha vigorosamente contestato la decisione tedesca ritenendo che l’Antitrust non abbia i poteri per imporre quanto richiesto. L’azienda guidata da Mark Zuckerberg ha già confermato che presenterà appello, pronta a dare battaglia.
Diversamente entro 4 mesi dovrà implementare adeguate misure tecniche per acquisire il consenso esplicito degli utenti, nel caso in cui volesse continuare a “incrociare” i dati. Nel caso in cui Facebook si rifiutasse di ottemperare alle prescrizioni del Bundeskartellamt, potrebbe incorrere in una sanzione fino al 10% del fatturato annuo dell’intero gruppo.
Secondo l’Autorità teutonica Facebook avrebbe abusato della sua posizione di monopolio per acquisire i dati e procedere a arzigogolate elaborazioni sugli stessi così da trarvi informazioni utili a migliorare il proprio business e, in ultima analisi, ad aumentare i ricavi.
Di recente Facebook ha confermato l’idea di unire le piattaforme alla base del funzionamento del social network, di WhatsApp e di Instagram: Facebook unirà Messenger, WhatsApp e Instagram entro i primi mesi del 2020.
Bisognerà vedere come questa decisione sarà presa dalle Autorità: che l’obiettivo sia quello di “marcare il territorio” appellandosi alla libertà decisionale su prodotti che di fatto fanno capo alla medesima proprietà?