Jean-Louis Gassée, ex capo della divisione Mac di Apple, è tornato sugli argomenti che aveva affrontato a luglio 2020: L’architettura x86 è ormai obsoleta secondo l’ex capo della divisione Mac di Apple.
In un suo breve commento Gassée ha cominciato col rimarcare quanto siano convincenti i nuovi sistemi Mac basati sul chip Apple M1 derivato dal design ARM e ha ricordato come a molti la migrazione dalla piattaforma x86 all’architettura ARM sembrava un pericoloso salto nel buio. In realtà la Mela l’ha preparata da tempo e ha saputo gestirla bene.
L’informatico e programmatore francese che tra il 1985 e il 1991 aveva sostituito Steve Jobs come direttore responsabile della sezione Macintosh in Apple pubblica un grafico di AnandTech che mette a confronto per prestazioni i principali processori top di gamma di Intel con i chip ARM realizzati dalla Mela nel corso degli anni, precedentemente destinati agli iPhone e oggi portati sui Mac.
Poco dopo l’intersezione tra le due linee si è verificato il passaggio di Apple dall’architettura x86 a quella ARM sui suoi Mac. E l’azienda starebbe già lavorando per concludere lo sviluppo del SoC M1X, un chip destinato ai sistemi Mac ancora più performanti: Apple starebbe preparando un processore M1X per i nuovi iMac e MacBook Pro da 24 e 16 pollici.
Gassée ha insomma evidenziato che la decisione draconiana di Apple era stata soppesata da tempo ed è perfettamente in linea con la crescita delle prestazioni dei SoC fatti derivare dagli ingegneri di Cupertino dalle specifiche ARM.
L’ex manager Apple sostiene che Microsoft non ha mai avuto “la convinzione” di procedere con una mossa come quella messa in atto dalla Mela. Avrebbe fatto quelli che vengono apostrofati come “tentativi” ma non ci sarebbe mai stata la volontà di abbandonare davvero la piattaforma x86. E cita le parole di Craig Federighi, vice presidente senior software engineering in Apple: “per quanto riguarda la possibilità di eseguire nativamente Windows sulle macchine (i nuovi Mac basati su SoC M1 ARM, n.d.r.) tutto dipende da Microsoft. Disponiamo delle tecnologie per supportare l’esecuzione di Windows on ARM (…) ma è una decisione che deve assumere Microsoft (…). I Mac sono comunque certamente in grado di eseguire Windows on ARM“.
Proprio nelle scorse ore si è parlato delle performance fatte registrare da Windows on ARM eseguito con la virtualizzazione sui nuovi Mac con chip M1 (quindi non con un’esecuzione nativa): Windows 10 on ARM funziona meglio sui Mac dotati di chip M1.
Gassée scrive ancora: “il processore ARM utilizzato nel Surface Pro X di Microsoft non è così performante come l’Apple M1 ma (quanto fatto dall’azienda di Cupertino, n.d.r.) dovrebbe fungere da incentivo per Qualcomm e AMD ad allearsi con Microsoft al fine di progettare e sviluppare un SoC ARM interessante per i moderni PC. Grazie a Windows on ARM potrebbe così nascere una nuova generazione di notebook leggeri capaci di offrire batterie di lunga durata, in grado teoricamente di rivaleggiare con i nuovi Mac Apple Silicon“.
Sullo sfondo le dichiarazioni della californiana Micro Magic che dichiara di aver realizzato un chip RISC-V capace di rivaleggiare anche con il nuovo SoC Apple M1. Secondo molti, infatti, l’ISA RISC-V rappresenta il futuro perché consente di svincolarsi da tutti i design proprietari dei microprocessori: x86, le origini dell’architettura: perché è feudo di Intel e AMD.
Con un approccio royalty-free, il paradigma RISC-V viene via a via abbracciato da aziende che in futuro vogliono rappresentare un’alternativa a quanto visto fino ad oggi potendo proporsi con prezzi decisamente più aggressivi: Cos’è RISC-V e perché tutti ne parlano.
Micro Magic ha spiegato di aver prodotto un chip RISC-V a 64 bit capace di funzionare a 5 GHz e 1,1V ottenendo 13.000 punti nel test CoreMark.
EE Times ha pubblicato un’immagine che raffigura una scheda Odroid con il chip RISC-V installato su di essa.
Stando a quanto dichiarato dai vertici di Micro Magic l’azienda concederà comunque in licenza il design dei suoi core RISC-V. L’architettura, altamente scalabile, ne permetterà l’utilizzo in vari ambiti: su PC, dispositivi mobili, nei datacenter e in campo automotive.