L’antitrust staunitense, similmente a quanto sta facendo – nel Vecchio Continente – la Commissione Europea, ha messo al vaglio il comportamento di Google con lo scopo di verificare se la società fondata da Larry Page e Sergey Brin stia in qualche modo abusando della sua posizione dominante ostacolando una sana competizione tra i vari protagonisti del mercato.
Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, presentatosi dinanzi ad un “comitato” di senatori USA, ha negato qualunque comportamento scorretto: “posso semplicemente assicurarvi che Google non sta manomettendo alcunché. (…) Google non fa nulla per bloccare l’accesso ai servizi dei concorrenti o ad altre sorgenti d’informazione“. E ha continuato: “le attività di Google sono incentrate sul miglioramento dei risultati delle ricerche e non su meccanismi che consentano di veicolare business sui nostri servizi“.
L’indagine da parte delle autorità d’Oltreoceano era stata avviata in seguito alle denunce presentate da Yelp, un sito che pubblica le recensioni dei consumatori a proposito di una vasta gamma di prodotti, e da Nextag, un sito per l’effettuazione di comparative dei prezzi.
“La maggior parte delle lamentele arriva da quei siti web che non gradiscono la posizione in cui sono presentati nei risultati del motore di ricerca o che sostengono che le nostre segnalazioni circa mappe, shopping ed esercizi commerciali a valenza locale prendano di mira il loro business“, ha aggiunto Schmidt.
L’audizione del presidente esecutivo di Google arriva a distanza di tre mesi dall’avvio dell’indagine promossa dalla “Federal Trades Commission” che mira a verificare se il motore di ricerca di Mountain View utilizzi particolari algoritmi per “deviare” gli utenti verso i servizi dell’azienda piuttosto che su quelli dei concorrenti.