L’affaire MegaUpload continua a far parlare di sé. Dopo il sequestro del celeberrimo sito web per la condivisione di file da parte della autorità statunitensi, arriva oggi la notizia di un’iniziativa posta in campo dalla “Electronic Frontier Foundation” (EFF), organizzazione internazionale no-profit che si occupa di tutela dei diritti digitali e della libertà di parola, a tutela di tutti quegli utenti che hanno utilizzato i servizi di MegaUpload per “mettere a fattor comune” materiale non soggetto a copyright o comunque condiviso in modo legittimo.
Per i responsabili di EFF, gli utenti che hanno legittimamente usato MegaUpload sarebbero stati vittime di un provvedimento che ha di fatto sottratto dati di loro proprietà: ecco quindi che l’organizzazione ha deciso di presentare alla corte federale dello stato della Virginia la restituzione del materiale. “Una cosa è adire le vie legali nei confronti di chi viola le leggi sul diritto d’autore“, si legge nel documento a firma di EFF, “un’altra è far ciò a spese di utenti innocenti senza alcun tentativo di prevenire od almeno mitigare gli effetti collaterali dell’operazione“.
EFF cita espressamente il nome di Kyle Goodwin, un giornalista sportivo che avrebbe utilizzato MegaUpload come backup remoto per le sue attività editoriali sul web. Il disco fisso di Goodwin avrebbe presentato un malfunzionamento hardware ed il giornalista non sarebbe così stato più in grado, in forza del provvedimento di sequestro, in vigore dal 19 gennaio scorso, di accedere ai server di MegaUpload per recuperare i suoi dati.
Sull’altro versante della barricata c’è anche Carpathia Hosting, un provider Internet che ha messo a disposizione gran parte delle risorse di storage usate da MegaUpload. I responsabili della società di hosting, da parte loro, chiedono l’autorizzazione di cancellare in toto i dati di MegaUpload la cui gestione, secondo quanto riferito, costerebbe a Carpathia ben 9.000 dollari al giorno. MegaUpload ha chiesto che i dati non siano eliminati ma, contemporaneamente, i suoi fondi sono stati bloccati insieme con il sito. Il provider afferma inoltre di non poter accedere al contenuto degli archivi di MegaUpload, della dimensione complessiva di 28 petabytes (un petabyte è pari a 1015 bytes ossia a 1.000 terabyte, a loro volta equivalenti ad un milione di gigabyte).