Secondo Simon Phipps, uno dei membri del “collegio” dell’OSI (Open Source Initiative; ved., in proposito questo nostro articolo), ha espresso il suo parere in merito al codec VP8 che Google ha rilasciato la scorsa settimana come parte integrante del progetto “WebM“. Phipps ha fatto notare come la licenza utilizzata dal colosso di Mountain View per la distribuzione del codec non sia stata oggetto di richiesta d’approvazione da parte dell’OSI e “probabilmente non può essere approvata“, ha aggiunto.
Il problema risiede nel fatto che sebbene la licenza impiegata per VP8 si basi sulla licenza Apache, include anche una limitazione relativi ai “campi di utilizzo“.
Stando a quanto dichiarato da Phipps, la licenza usata da Google per il codec VP8 potrebbe quindi confliggere con i requisiti stabiliti dall’OSI che prevedono l’assenza di qualunque restrizione connessa ai possibili campi d’impiego.
Sull’altro fronte “della barricata”, la MPEG LA che detiene i diritti sull’utilizzo del codec H.264 (ved. questi articoli) sarebbe già “sul piede di guerra”. La società sosterrebbe che VP8 violerebbe alcuni brevetti e potrebbe presto lanciare il guanto di sfida nei confronti di Google.
A Mountain View si sostiene di aver svolto un’approfondita analisi del funzionamento del codec VP8 prima dell’acquisizione di On2, l’azienda che ne curò lo sviluppo: Google ha quindi provveduto, con tranquillità, al rilascio del codice sorgente.