Dropbox è certamente uno dei più noti servizi per l’hosting di file “in the cloud“. Si tratta di una piattaforma che mette a disposizione degli utenti registrati un certo quantitativo di spazio che può essere liberamente gestito per la memorizzazione di qualunque genere di file, qualsiasi siano le sue dimensioni. I servizi come Dropbox si rivelano quindi ottimi strumenti per condividere file “corposi” con i colleghi, i clienti, gli amici od i propri conoscenti: grazie a questi strumenti di “storage online” si possono così, ad esempio, superare i limiti dei tradizionali account di posta elettronica (che generalmente non consentono il recapito di allegati di grandi dimensioni) evitando, allo stesso tempo, di rivolgersi ai software di messaggistica od agli altri programmi per il trasferimento di file.
Lo spazio disponibile “in the cloud” su Dropbox è gestibile sia dal browser web che installando ed utilizzando un apposito software client. Quest’ultimo provvede a configurare sul sistema in uso un’unità disco virtuale. Le modifiche che si apporterano al contenuto di tale unità, saranno immediatamente applicate ai file memorizzati online all’interno del proprio account Dropbox.
Nonostante lo scivolone fatto registrare all’inizio dell’estate scorsa, Dropbox resta uno dei servizi di “storage online” più apprezzati ed utilizzati al mondo. Anzi, i vertici della società hanno deciso di coinvolgere un sempre maggior numero di utenti giocando la carta dello spazio disponibile. Fatta eccezione per le offerte a pagamento, ogni nuovo iscritto riceve gratuitamente 2 GB di spazio. Portando una nuova persona su Dropbox, sino ad oggi si ricevevano – a titolo gratuito – ulteriori 250 MB di spazio. Dropbox ha spiegato di aver portato tale valore a 500 MB e di aver elevato il tetto massimo raggiungibile da 8 GB a 16 GB.
Ciò significa che “presentando” 32 utenti, Dropbox – d’ora in avanti – garantirà 18 GB di spazio a titolo completamente gratuito.
Dropbox può essere segnalato utilizzando questo link mentre cliccando qui si può verificare lo stato dei propri contatti ossia se si sono già iscritti o meno.
Alcuni osservatori ipotizzano che la mossa posta in campo da Dropbox possa essere giustificata dall’imminente ingresso di Google nel mercato dello “storage online“.