Nei giorni scorsi avevamo dato spazio all’annuncio reso dall’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, che nel corso di una conferenza stampa organizzata a Palazzo Chigi aveva fornito alcune “anteprime” sul progetto Enel Open Fiber: Fibra ottica Enel, le prime dieci città entro l’autunno: eccole.
Proprio Tommaso Pompei, amministratore delegato della società controllata da Enel – Enel Open Fiber – che è incaricata di portare la connessione in fibra ottica in modalità FTTH alle famiglie e alle imprese italiane, ha tuttavia fornito qualche dettaglio in più.
Come rivelato nei giorni scorsi, entro maggio il cavo di connessione in fibra ottica sarà portato solamente a 50 famiglie residenti nella città di Perugia. Stando a quanto dichiarato da Pompei, invece, i lavori sull’intera città di Perugia cominceranno a settembre, insieme con le altre città che fungeranno da “apripista”: Cagliari, Bari Catania e Venezia.
Diversamente rispetto a quanto erroneamente riportato in queste ore da alcune testate online (che avevano pubblicato i nomi di 641 comuni ovvero l’intera lista delle città site nei cluster A e B; quindi soltanto le zone potenzialmente raggiungibili dal progetto Enel Open Fiber), trova nuova conferma il dato di 224 città i cui residenti vedranno portarsi il cavo in fibra ottica Enel entro, però, un periodo di 3 anni.
Pompei si è soffermato su qualche aspetto tecnico degno di nota: l’AD di Enel Open Fiber ha sottolineato ad esempio che l’utilizzabilità della rete elettrica per portare la fibra ottica FTTH alla clientela sarà pari al 100% in quelle zone dove si usano elettrodotti (via aerea) mentre per quanto riguarda la rete elettrica interrata, questa può essere utilizzata in media al 20%.
Non saranno utilizzati tutti i 450.000 armadi elettrici sparsi per la Penisola (secondo Pompei ne serviranno all’incirca la metà) soprattutto perché la fibra ha una portata nettamente maggiore rispetto al rame (anche 40 chilometri contro i 2-3 chilometri del rame).
Gli armadi di Enel saranno innanzi tutto interconnessi fra loro quindi saranno collegati alla rete primaria di TIM/Telecom Italia. In altre parole, la fibra sarà portata fino alle centrali telefoniche di Telecom ove risiedono anche gli apparati degli operatori di telecomunicazioni concorrenti dell’ex monopolista.
Enel Open Fiber sta proseguendo con le trattative con altri operatori. Fastweb avrebbe già espresso un vivo interesse ipotizzando anche l’integrazione della costituenda rete in fibra di Enel con quella di proprietà dell’operatore.
Ma si fa anche il nome di Tiscali e di alcuni operatori che oggi si limitano a fornire l’accesso a banda larga ed ultralarga solo in modalità wireless (vedere Internet senza linea fissa, ecco come raggiungere i 30 Mbps senza fibra ottica).
Contatti sembrano esservi anche con TIM/Telecom Italia anche perché, senza la collaborazione con l’operatore dominante, il successo del progetto Enel potrebbe rivelarsi molto più complicato da ottenere.
Pompei ha poi fatto presente che Enel Open Fiber, allo stato attuale, non intenderebbe vendere solo “fibra spenta” ma anche servizi aggiuntivi. Gli operatori di telecomunicazioni, quindi, potrebbero non soltanto ottenere “in licenza d’uso” i collegamenti in fibra posati da Enel ma potrebbero richiedere porzioni della banda disponibile in modo da fruire di condizioni economiche agevolate.
Enel Open Fiber ha poi in progetto di aprire i locali adibiti a centrale di distribuzione elettrica anche agli operatori di telecomunicazioni che potranno installare i loro apparati non facendo più perno, pressoché esclusivamente, sulle centrali telefoniche di proprietà di Telecom.
Per quanto riguarda i cluster C e D (comprese quindi le aree a fallimento di mercato), le gare verranno avviate il 29 aprile prossimo. In questo caso, lo Stato manterrà la proprietà delle reti non appena parteciperà ai lavori con un investimento pubblico.