Su tutti gli smartphone e i tablet commercializzati entro i confini dell’Unione Europea dal 2023 i rispettivi produttori dovranno applicare il bollino dell’indice di riparabilità.
I produttori sono chiamati a manifestare prima dell’acquisto di qualunque dispositivo quanto esso è facile da riparare usando comunemente reperibili.
Le batterie di smartphone e tablet dovranno durare di più e dovranno comunque risultare sostituibili senza particolari sforzi, pena l’ottenimento di un giudizio scadente come indice di riparabilità.
La Commissione Europea sta anche lavorando affinché i produttori si impegnino a rilasciare aggiornamenti di sicurezza per tutti i terminali immessi sul mercato almeno fino a 5 anni.
Il confronto sulle regole e tante associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei consumatori, di preservare l’ambiente promuovendo politiche industriali sostenibili, di preservare l’attività dei riparatori di dispositivi elettronici stanno inviando ulteriori proposte.
Anche perché è ipotizzabile che il Parlamento Europeo approvi una direttiva che verrà poi plasmata dai vari Stati membri.
Le riparazioni devono diventare più facili per i consumatori e più redditizie per i fornitori indipendenti di servizi di riparazione: le misure annunciate potrebbero essere veramente efficaci solo se si creassero i presupposti per un accesso equo e non discriminatorio al mercato delle riparazioni.
Cosa stanno chiedendo “i protagonisti” oltre che promotori di una normativa per il diritto alla riparazione dei dispositivi elettronici (tra di essi spicca anche il nome di iFixIt)?
Innanzi tutto l’accesso ai pezzi di ricambio non solo per i riparatori ma anche per i consumatori: i prezzi di questi componenti dovrebbero essere commisurati ai costi di produzione.
Viene richiesta la possibilità di effettuare riparazioni senza l’autorizzazione preventiva del produttore, un maggiore controllo sui fornitori dei componenti, l’introduzione di un’aliquota IVA agevolata per i servizi di riparazione, la promozione della stampa 3D per la fabbricazione di pezzi di ricambio, l’obbligo per i produttori di rilasciare aggiornamenti software per un periodo minimo ben superiore a 5 anni e altro ancora.
Un punto che è ancora oggetto di discussioni tra tutte le parti interessate, Commissione Europea compresa, è se l’indice di riparabilità debba prendere in considerazione o meno i prezzi dei pezzi di ricambio.
Per adesso l’orientamento della Commissione sarebbe quello di non prendere in esame questo aspetto sostenendo che i prezzi del materiale sostitutivo utilizzato per le riparazioni variano da Paese a Paese e potrebbero anche cambiare nel tempo.
Il regolamento che dovrebbe entrare in vigore dal 2023, tuttavia, prescriverebbe la pubblicazione dei prezzi dei pezzi di ricambio da parte di ciascun produttore. Una volta completato questo adempimento i prezzi non potranno aumentare.
L’anno prossimo debutterà anche l’etichetta energetica che nel caso di smartphone e tablet fornirà una valutazione circa l’efficienza energetica del dispositivo e l’autonomia stimata della batteria. Il giudizio sarà espresso su una scala da A a G, un po’ come avviene oggi per gli elettrodomestici.