Quando ci si trova a dover collegare via cavo il notebook, il lettore Blu-Ray, il DVR o qualunque altro dispositivo multimediale a uno schermo, sia esso un monitor tradizionale oppure un televisore, oggi si parla essenzialmente di connessioni HDMI, Displayport, Thunderbolt e DVI: ma quali sono le differenze tra i vari standard e i rispettivi cavi?
La connessione via cavo HDMI è indubbiamente quella più “gettonata” anche se esistono svariate alternative, come lo storico collegamento VGA (che esiste da almeno trent’anni).
HDMI
Acronimo di High-Definition Multimedia Interface, HDMI è un’interfaccia di collegamento proprietaria, la più utilizzata allo stato attuale. Il connettore HDMI è presente praticamente ovunque e, grazie alla sua vastissima diffusione, è un po’ considerato “il punto di riferimento”.
HDMI esiste in realtà dai primi anni 2000 anche se con il passare del tempo se ne sono susseguite molteplici versioni, ciascuna foriera di migliorie rispetto alla precedente (ne abbiamo parlato nell’articolo Cavo HDMI 1.4 e 2.0, come sceglierli e quali le differenze).
L’ultima versione HDMI 2.1, capace di supportare addirittura risoluzioni 8K e 10K. La versione più “popolare”, comunque, soprattutto nei notebook e nei convertibili, resta ancora HDMI 2.0b che supporta video 4K a 60 Hz e HDR (HDR TV, cos’è e come funziona).
Rispetto al più vecchio standard DVI, HDMI è capace di trasportare anche il segnale audio sullo stesso cavo: è così possibile riprodurre il sonoro attraverso gli altoparlanti del televisore o del monitor senza operare connessioni addizionali.
Per veicolare il segnale video verso più dispositivi di riproduzione è possibile ricorrere a un hub HDMI o ad uno splitter. Nel caso di HDMI, però, il cosiddetto daisy chaining ossia la possibilità di interconnettere tra loro più dispositivi per una riproduzione simultanea del segnale non è fattibile come nel caso di DisplayPort.
Il connettore HDMI ha una forma trapezoidale simmetrica e si può presentare in tre differenti “formati”: quello standard, Mini e Micro. Questi ultimi sono generalmente utilizzati nei dispositivi elettronici di dimensioni compatte mentre i notebook di solito sono equipaggiati con un connettore standard.
DisplayPort
Lanciato nel 2006, DisplayPort è certamente più giovane rispetto a VGA e DVI.
Le più recenti specifiche DisplayPort 1.4 prevedono il supporto per HDR e output video con risoluzione massima 8K (a patto di usare dispositivi di riproduzione compatibili). L’utilizzo della Display Video Compression ha come obiettivo quello di garantire una qualità visiva senza precedenti.
La scheda grafica NVidia GeForce GTX 1080 è stata la prima in assoluto a implementare le specifiche DisplayPort 1.4.
VESA, associazione di imprese nata nel 1989 e promossa da NEC insieme con altri produttori di monitor per computer, aggiorna frequentemente le specifiche di DisplayPort inserendo qualche funzionalità in più rispetto a HDMI.
Anche DisplayPort può infatti trasferire il segnale audio, oltre allo stream video, usando il medesimo cavo.
Nel caso in cui si dovesse collegare un dispositivo situato a oltre due metri di distanza (entro i cinque metri), il suggerimento è quello di ricorrere a DisplayPort anziché a HDMI per evitare che il segnale possa degradarsi.
A patto di usare monitor e schede grafiche compatibili, il collegamento DisplayPort consente ottenere qualche frame per secondo (fps) in più, soprattutto nei videogiochi, grazie al supporto per le tecnologie NVidia G-Sync e AMD FreeSync. Entrambe consentono di sincronizzare l’immagine elaborata della scheda grafica con quella visualizzata sul monitor. Di fatto viene svolta un’attività di “compensazione” tra le differenti frequenze di refresh (vedere Monitor PC: quale scegliere).
DisplayPort supporta anche il cosiddetto daisy chaining ovvero la possibilità di collegare il dispositivo sorgente del segnale video a un monitor collegando poi quest’ultimo a un secondo device di riproduzione e così via.
DVI
Dopo VGA, DVI (Digital Visual Interface) è lo standard più vecchio che presto seguirà la stessa sorte del predecessore.
Creato al Digital Display Working Group e presentato nel 1999, DVI sfrutta un connettore a 29 pin che condivide con lo storico VGA alcune caratteristiche.
Porta con sé molteplici limitazioni rispetto a HDMI e DisplayPort ed è contraddistinto da un design ormai molto “datato” (si pensi alla presenza di “viti” per serrare il cavo di collegamento).
Il DVI originale non è ormai più utilizzato; oggi si trovano ancora connettori DVI Dual Link che supportano, al massimo, una risoluzione pari a 2560×1600 a 60 Hz.
Lo standard DVI è quindi incompatibile con i nuovi display 4K anche se, in linea teorica, sarebbe possibile supportare la risoluzione maggiore abbassando la frequenza di refresh a 33 Hz.
Alcune schede grafiche di tipo professionale includono porte DVI-D che possono trasportare anche flusso audio compatibile con HDMI mediante l’uso di un apposito adattatore. La stragrande maggioranza dei prodotti che ancor’oggi supportano DVI, comunque, possono trasferire solamente il segnale video.
Rispetto allo standard VGA, che trasferiva un segnale analogico, DVI veicola un segnale digitale (così come, ovviamente, tutti i suoi successori).
In questo modo è possibile esaltare la qualità del segnale rendendolo molto più “resistente” alle interferenze e meno influenzato dalla bontà del cavo di collegamento.
Thunderbolt e MHL
Tra le alternative più recenti ci sono Thunderbolt e MHL. Il primo è uno standard molto versatile, promosso da Intel e Apple, che permette non soltanto la connessione con un display compatibile ma anche il collegamento con hard disk e unità SSD.
Le prime versioni di Thunderbolt (la 1 e la 2) usavano un connettore mini DisplayPort mentre nel caso di Thunderbolt 3 si è deciso di passare a un connettore USB Type-C: vedere Thunderbolt 3, che cos’è e perché è rivoluzionario e USB Type-C: quali sono le caratteristiche del connettore.
Thunderbolt 3 supporta una banda massima teorica di 40 Gbps, capace di trasferire stream video 4K su due display contemporaneamente.
Una singola porta Thunderbolt può essere inoltre sfruttata per collegare fino a 6 dispositivi in daisy chaining o tramite hub.
Sfruttando il connettore USB Type-C, la porta Thunderbolt può essere anche utilizzata per ricaricare il dispositivo collegato usando fino a 100 W di potenza (funzionalità USB Power Delivery).
MHL (Mobile High-Definition Link), infine, è un’interfaccia che è stata pensata per i dispositivi portatili, smartphone inclusi. MHL può essere pensata come una “derivata”, uno spin-off di HDMI.
La versione iniziale di MHL, proposta da Silicon Image, società che ha significativamente contribuito allo sviluppo di HDMI, consentiva di veicolare video 1080p insieme con otto canali audio.
In MHL 3 è stato introdotto il supporto 4K 30 fps, audio surround 7.1 e HDCP 2.2 (sistema di protezione DRM per i contenuti digitali).
La versione più aggiornata – superMHL – aggiunge il supporto per i video 8K a 120 fps, Dolby Atmos, HDR e così via oltre a poggiare sul nuovo connettore reversibile.