Durante il 2020 e per tutto quest’anno non si è fatto che parlare della scarsa produzione di chip, insufficiente ad assolvere la richiesta del mercato, carenza di materie prime e prezzi in aumento.
Nei giorni scorsi, però, il CEO di Intel Pat Gelsinger ha manifestato ancora una volta il suo ottimismo e nonostante la carenza di componenti che sta fiaccando il mercato dell’hardware e che durerà almeno per tutto il 2022 ha dichiarato che stiamo vivendo il decennio d’oro dei semiconduttori.
Gelsinger spiega che il mercato attuale sta attraversando un grande periodo di espansione, perché il mondo sta diventando sempre più digitale e la digitalizzazione richiede l’utilizzo dei semiconduttori.
Cosa c’è dietro la presa di posizione del numero uno di Intel? Il CEO dell’azienda di Santa Clara conosce forse qualcosa che gli altri non sanno?
Niente di tutto ciò. Intel ha recentemente annunciato il suo più grande investimento in assoluto nel settore della produzione di chip: la società spenderà più di 20 miliardi di dollari nei prossimi anni per costruire due nuove fabbriche che aiuteranno ad accrescere le capacità di produzione di semiconduttori. Si tratta un investimento enorme per competere testa a testa con TSMC, Samsung e le altre aziende del settore.
Un ruolo fondamentale sarà rivestito dallo stabilimento in grado di produrre chip a 7 nm anche se Intel non si aspetta di commercializzarli prima del 2023.
Se il periodo che stiamo attraversando è molto negativo per gran parte dell’industria, i produttori di semiconduttori si fregano le mani perché stanno producendo alla massima capacità e stanno contemporaneamente pre-vendendo ogni singolo chip che esce dalle loro fabbriche. Le entrate sono quindi ai massimi livelli e lo saranno ancora di più visto ad esempio l’annuncio di TSMC che aumenterà i suoi prezzi vista la domanda elevatissima.
Per questi motivi il CEO di Intel si dice ottimista: perché conta di vedere la sua azienda protagonista nella produzione di semiconduttori a livello globale acquisendo commesse anche per le altre architetture: non solo x86 quindi ma anche ARM e addirittura RISC-V.
Potrebbe inoltre bollire anche qualcos’altro in pentola. Alla presenza del numero uno di Qualcomm, Cristiano Amon, Gelsinger si è lasciato andare con alcune “dichiarazioni d’amore”: “siamo i leader nel settore del computing (riferendosi a Intel, n.d.r.) Qualcomm è il leader indiscusso nelle comunicazioni. Il computing incontra le comunicazioni. Ecco che abbiamo tanti nuovi casi d’uso“.
Leggendo tra le parole di Gelsinger è possibile ipotizzare un accordo nell’aria tra Intel e Qualcomm con l’azienda di Amon che potrebbe appoggiarsi agli stabilimenti Intel per la produzione di parte dei suoi chip. Tutto fa quindi pensare alla nascita di nuove alleanze.
A questo proposito ricordiamo che Qualcomm sta alla finestra per sfruttare eventuali passi falsi nell’acquisizione di ARM da parte di NVidia: se l’operazione non dovesse andare a buon fine ci sarebbe già pronta una cordata di aziende capitanate proprio da Qualcomm a rilevare la società.