Nel corso degli ultimi anni abbiamo seguito da vicino le evoluzioni del progetto Starlink, realtà direttamente controllata dalla società aerospaziale SpaceX di proprietà di Elon Musk.
Starlink è un’iniziativa ambiziosa e ovviamente molto costosa che ha come obiettivo quello di portare connettività a banda ultralarga con prestazioni superiori a 1 Gbps in downstream e con una latenza molto contenuta (anche meno di 10 ms) in qualunque area del globo terrestre. Anche in mezzo al deserto, su un ghiacciaio polare o in una landa lontano da qualunque nucleo abitato.
Come preventivato, con l’arrivo del mese di settembre, Starlink è stata lanciata anche in Italia e gli interessati possono già preordinare il kit: antenna parabolica, treppiede, router WiFi, alimentatore e cavi di collegamento. L’antenna può essere posizionata a circa un metro da terra con il treppiede presente nel pacchetto ma il consiglio è ovviamente quello di posizionarla sul tetto (Starlink vende a parte, come accessori opzionali, i supporti per l’installazione).
È tutto già pronto: chi fosse curioso può già scaricare e installare gratuitamente l’app Starlink per Android e per iOS che permette di verificare il posizionamento dei satelliti della costellazione Starlink verificando i suggerimenti per l’installazione dell’antenna.
Cos’è e come funziona Starlink
Diversamente rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari collocati a circa 36.000 chilometri di altitudine, i satelliti Starlink sono posti nella cosiddetta fascia LEO (Low Earth Orbit), un’accortezza che permette da un lato di massimizzare le performance pur comportando un importante svantaggio: l’area della superficie terrestre illuminata da ciascun satellite è molto più ridotta rispetto ai classici satelliti geostazionari (GEO) quindi per coprire il globo intero è necessario lanciarne molti di più.
Starlink conta di posizionare nell’orbita LEO circa 12.000 satelliti. Ad oggi (metà settembre 2021) ne sono stati dislocati 1.740.
Secondo il superbo lavoro che è stato svolto dagli autori del sito non ufficiale Starlink.sx ad oggi sarebbero effettivamente operativi e funzionanti quasi 1.300 satelliti.
Davvero notevole è la possibilità di poter accedere al posizionamento di ciascun satellite Starlink verificando l’area della Terra dalla quale permette di accedere alla rete a banda ultralarga.
Le prestazioni medie rilevate sono quelle riportate in questa pagina, altro sito non ufficiale ma molto utile per rendersi conto delle performance e delle potenzialità del servizio.
Per il momento, come confermano le FAQ Starlink in italiano, la società guidata da Musk parla di 50-150 Mbps in downstream come valore massimo e di 20-40 ms di latenza. Entrambi i valori dovrebbero essere significativamente migliorati nel corso dei prossimi mesi per arrivare fino a 1 Gbps e oltre e sotto i 10 ms di ping.
Al momento il servizio Starlink si trova in una fase di beta testing aperta a un numero limitato di clienti in diversi Paesi del mondo, Italia compresa. L’offerta è quindi da considerarsi in continua evoluzione, anche dal punto di vista commerciale.
L’antenna, una volta posizionata, regola automaticamente la sua angolazione dialogando con l’app per smartphone: in questo modo è possibile ottimizzare il puntamento massimizzando la ricezione del segnale e le prestazioni.
I costi sono al momento importanti: Starlink chiede agli utenti italiani interessati a ricevere il kit circa 500 euro una tantum, 60 euro di spese di imballo e spedizione, 99 euro di canone di abbonamento mensile al servizio.
Si tratta di costi elevati per gli utenti privati che però non possono e non devono essere paragonati con quelli ai quali siamo abituati per le connessioni FTTx: Starlink ha richiesto e continua a comportare investimenti economici ingenti e sul versante del servizio è uno strumento che si rivolge a utenti che non possono in alcun modo accedere alla connettività via cavo o in modalità wireless (i.e. FWA, Fixed Wireless Access).
Starlink aggiunge che “non ci sono contratti” quindi, ammesso che le cose non cambino nel prossimo futuro, l’installazione di uno stesso kit – insieme con le relative spese – potrebbe essere condiviso da una piccola comunità finora completamente “digital divisa“.
L’antenna e il router sono alimentati via PoE (Power-over-Ethernet); inoltre il router integra una porta Ethernet RJ-45 utile per collegare un router in cascata oppure uno switch.
Nulla vieta quindi di installare il kit Starlink e condividere la connessione tra più utenti stabilendo link cablati e wireless a livello locale, soprattutto quando le prestazioni arriveranno a 1 Gbps.
È Starlink a metterlo nero su bianco: “svincolata dalla infrastruttura terrestre tradizionale, Starlink può fornire Internet a banda larga ad alta velocità in quei luoghi dove l’accesso non è affidabile o totalmente non disponibile” ed è quindi “ideale per le comunità rurali e remote“.