Il formato HEIF (High Efficiency Image Format), già utilizzato da Apple nel suo iOS, sbarcherà presto in Android P (Android P, le novità della nuova versione) ed è appena comparso anche nell’ultima versione di anteprima di Windows 10.
Cos’è HEIF
In breve, HEIF (i file prodotti in questo formato possono avere estensione .heic
) è destinato ad essere il successore dello storico formato JPEG.
Lo standard JPEG è nato nel 1992 e la versione più recente ancor oggi abbondantemente utilizzata risale al 1994: è perciò piuttosto normale che dopo 15 anni si comincia a guardare a un formato più moderno e più adatto all’evoluzione tecnologica che si è registrata negli ultimi tempi.
HEIF garantisce immagini qualitativamente migliori rispetto al JPEG consentendo, allo stesso tempo, di ottenere file di dimensioni più contenute.
Secondo MPEG (Moving Picture Experts Group) ed Apple, le immagini HEIF occupano circa la metà di spazio rispetto a un file JPEG memorizzato con la stessa qualità (o inferiore rispetto a HEIF).
A sua volta basato sullo standard di compressione video HEVC (o H.265), HEIF permette di superare ampiamente JPEG in termini di risultati proprio grazie all’impiego di algoritmi più evoluti.
Sebbene quindi Apple abbia fatto da apripista per l’utilizzo di HEIF, non si tratta di una tecnologia brevettata dalla Mela. Tutt’altro. HEIF è uno standard universalmente utilizzabile che poggia il suo funzionamento sugli standard messi a punti da MPEG, il comitato tecnico congiunto formato dalle organizzazioni internazionali ISO e IEC nel 1988.
HEIF offre anche caratteristiche completamente assenti nel formato JPEG come la possibilità di utilizzare la trasparenza e colori a 16 bit.
La fotocamera di un iPhone può acquisire immagini a 10 bit: ecco perché Apple ha deciso di scegliere lo standard che fa compiere un bel balzo in avanti rispetto agli 8 bit del JPEG.
Sulle immagini HEIF, inoltre, si possono applicare rotazioni, ritagli, inserire titoli e applicare sovrapposizioni senza modificare in alcun modo il file originale. Questo significa, quindi, che è possibile annullare le modifiche operate su un file HEIF in qualunque momento.
Inoltre, HEIF può raccogliere più immagini, contenere immagini ausiliarie per la gestione del canale alpha, mappe di profondità (o depth map), immagini, audio e video live, informazioni HDR.
I file con estensione .heic
altro non sono che “contenitori” per i contenuti multimediali codificati con HEVC.
Quando si scatta una Live Photo con l’iPhone, ad esempio, viene generato un file .heic
che contiene una serie di foto e l’audio acquisito durante l’operazione di scatto.
Grazie ad HEIF, quindi, le immagini acquisite con la fotocamera dei propri dispositivi mobili saranno anche più facili da caricare online, ad esempio sui servizi cloud per finalità di backup (vedere Google Foto, app per gestire i propri archivi e crearne il backup).
Lo spazio a disposizione sul cloud, quindi, finirà meno rapidamente e la procedura di upload in qualità originale richiederà molto meno tempo.
L’unico neo di HEIF riguarda la compatibilità
Il formato HEIF non è, purtroppo, ancora gestibile con qualunque software: è proprio per questo motivo, per non ingenerare problemi di compatibilità, che iOS converte le immagini .heic
in JPEG quando si richiede di allegarle a un messaggio di posta o le si condividono online.
A partire da macOS High Sierra, il sistema operativo Apple supporta direttamente i file .HEIF e .HEIC mentre Microsoft ha annunciato di abbracciare il nuovo formato in Windows 10 solamente adesso.
La versione di anteprima di Windows 10 contraddistinta dal numero di build 17123 apre quindi ufficialmente al formato HEIF e l’app Foto integrata nel sistema operativo è stata resa del tutto compatibile.
In iOS è possibile eventualmente disattivare l’acquisizione delle immagini in formato HEIF e, di certo, ciò sarà possibile anche con i futuri dispositivi mobili basati su Android P.
Sul versante Web, HEIF non sostituirà ancora JPEG, almeno a breve e medio termine: Chrome, Firefox, Edge e Safari non supportano proprio il nuovo formato. Inoltre, Google sta cercando di promuovere il formato WebP pur lavorando su altre alternative: Comprimere le immagini JPEG fino al 35% in più senza perdere qualità.
– Le due immagini nell’articolo sono di Zoner (Zoner Photo Studio).