Infratel Italia – società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico che sovrintende la diffusione della banda larga nel nostro Paese con particolare attenzione alle aree afflitte dal problema del digital divide, attingendo a fondi statali ed europei – ha appena presentato l’esito della consultazione pubblica 2017 per la copertura in banda ultralarga delle aree grigie e nere del Paese.
Si tratta di quelle zone geografiche ove c’è già competitività tra gli operatori di telecomunicazioni: in particolare, le aree nere sono quelle in cui almeno due o più operatori già forniscono servizi di connettività a banda ultralarga o hanno in progetto di farlo nel successivo triennio.
Si definiscono invece aree grigie quelle in cui è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che nel prossimo futuro sia predisposta un’altra rete da parte di un concorrente.
In questo documento Infratel snocciola i nomi degli operatori che hanno partecipato alla consultazione e illustra le proiezioni fino al 2020, sulla base delle informazioni condivise.
Infratel spiega che durante l’attività sono stati individuati gli oltre 19 milioni di numeri civici che ricadono nella classificazione di aree nere e grigie per un equivalente di 25,5 milioni di unità immobiliari.
Per ogni civico è stato chiesto agli operatori se lo coprono con servizi a banda ultralarga o se prevedono di farlo nei successivi tre anni e con quale dei due livelli di servizio: oltre 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload oppure oltre 30 Mbps in download e 15 Mbps in upload.
È interessante notare che nello studio firmato Infratel si parla di fibra ottica erogata in modalità FTTH (Fiber-to-the-Home) ovvero fino al modem router dell’utente, FTTB (Fiber-to-the-basement, sostanzialmente sovrapponibile alla FTTH), di FTTdp (Fiber To The distribution point; vedere Fibra ottica, come diventerà più veloce con G.fast su FTTC) e di FTTN (Fiber-to-the-Node) per indicare la fibra che arriva a una cabina esterna che può distare anche ben più di 300 metri dall’immobile da servire.
A marzo 2017, il 50,8% delle aree nere e bianche risultavano coperte in modalità FTTN e solamente il 2,8% in modalità FTTH.
Al 2020, gli operatori dovrebbero arrivare al 60,9% in FTTN e 21,7% in FTTH (dato riferito all’intero territorio nazionale).