Quando si è in viaggio, per lavoro o per svago, non sempre è disponibile una connessione WiFi pronta per essere utilizzata senza alcun limite. La soluzione alternativa consiste nell’effettuare il collegamento ad Internet usando la connessione dati 3G o LTE dell’operatore di telefonia mobile.
Lo smartphone può così trasformarsi in un modem, capace di condividere la connessione dati mobile con altri dispositivi (ad esempio un normale notebook).
Nell’articolo Tethering WiFi su Android non funziona: ecco come risolvere abbiamo visto come attivare il tethering (ossia l’uso del telefono come modem) anche nelle situazioni più complicate, senza alcun addebito.
Quando si utilizza lo smartphone come modem e, quindi, si attiva il tethering, è importante consumare meno dati in 3G o LTE così da evitare la rapido raggiungimento della soglia dati imposta dall’operatore telefonico.
Un conto, infatti, è limitarsi alla semplice “navigazione” online da smartphone (spesso i siti web sono proposti in versioni “alleggerite”, ottimizzate per i dispositivi mobili), un conto è utilizzare la connessione dati dell’operatore mobile per “navigare” da un notebook condividendo il collegamento Internet. In questo secondo caso, infatti, il consumo dati è notevolmente maggiore e può incidere anche in maniera molto pesante sul quantitativo di traffico rimanente su base mensile.
Ecco quindi alcuni consigli per consumare meno dati in 3G o LTE mentre si è connessi ad Internet in tethering.
1) Usare Chrome e l’estensione Data Saver
L’app Chrome per Android, ispirandosi ad Opera Mini, integra una funzionalità che permette di comprimere i dati inviati e ricevuti così da ridurre le informazioni scaricate attraverso la connessione dell’operatore di telefonia mobile.
Nell’articolo Ridurre il consumo di dati su Android, abbiamo illustrato il funzionamento dell’app Chrome per Android.
La versione del browser Chrome per i sistemi desktop e notebook non integra di per sé lo strumento per la compressione delle informazioni inviate e ricevute in Rete perché di solito un personal computer viene collegato utilizzando connessioni “flat” (non ha rilevanza il quantativo di dati scambiati).
Quando però si utilizza un normale computer per “navigare” e ci si appoggia alla connessioni dati dell’operatore mobile usando il telefono come modem (tethering), allora diventa importante essere parsimoniosi in termini di traffico dati.
L’estensione Data Saver per Chrome consente di ottimizzare le pagine web richieste ai server remoti portando sui computer desktop la stessa funzionalità che arricchisce l’app Chrome per Android.
Ogni richiesta HTTP viene dirottata sui server proxy di Google che provvedono a collegarsi col sito Internet remoto e, quindi, a restituire una versione ulteriormente compressa di ciascuna pagina web.
Come accade nel caso di Chrome per Android, anche Data Saver non può ottimizzare le pagine HTTPS perché, ovviamente, il proxy di Google non può interporsi nello scambio di dati in forma cifrata tra client e server (e viceversa).
Le uniche pagine e risorse (i.e. immagini) che sono oggetto di ottimizzazione sono quindi, evidentemente, quelle trasferite via HTTP.
Una volta installata l’estensione Data Saver per Chrome, scaricabile da questa pagina, questa viene immediatamente attivata.
Cliccando sull’icona di Data Saver, aggiunta nella barra degli strumenti, viene riportato il quantitativo di dati risparmiato. Nell’esempio in figura, ad esempio, collegandosi a due o tre pagine web via HTTP, si sono risparmiati circa 2,5 MB di traffico dati.
Nel momento in cui si cessasse di utilizzare la connessione dati in tethering, non appena ci si appoggerà nuovamente al collegamento a banda larga dell’ufficio o di casa, si potrà disattivare l’ottimizzazione cliccando su Disattiva risparmio dati.
L’unico “rovescio della medaglia” è che utilizzando l’estensione Data Saver (o la funzione per la compressione dei dati nell’app Chrome per Android) i server proxy di Google vengono frapposti fra client e server web. Google ha così modo di monitorare tutti i siti web visitati dagli utenti e le informazioni in transito. Si tratta insomma di un altro strumento che Google può utilizzare per comporre un preciso identikit dell’utente, con il preciso obiettivo di mostrare annunci pubblicitari ed offerte basate sui suoi interessi e preferenze. Un aspetto sicuramente degno di essere preso in considerazione.
2) Attivare il click-to-play
Un ottimo espediente per ridurre al minimo il caricamento di dati superflui quando si utilizza una connessione dati mobile, consiste nell’attivazione del cosiddetto click-to-play.
In che cosa consiste? Con il click-to-play attivato, gli elementi aggiuntivi di una pagina web che vengono caricati utilizzando un plugin, non vengono automaticamente prelevati dal browser. Al loro posto, viene visualizzato una sorta di segnaposto.
Il browser, con il click-to-play abilitato, si limita quindi a caricare la sola pagina web e tutti gli elementi di fondamentale importanza che la compongono. Nel caso in cui si volessero caricare gli oggetti bloccati dal click-to-play basterà farvi clic quindi scegliere l’apposita opzione.
La tendenza da parte di tutti i principali produttori di browser web, adesso, è comunque quella di bloccare automaticamente il caricamento di tutti i contenuti esterni gestiti dai plugin. A breve sarà definitivamente abbandonato anche il supporto dei contenuti Flash. Il suggerimento, comunque, è quello di verificare che il browser impedisca automaticamente – da impostazioni – il caricamento di creatività realizzate ricorrendo alla tecnologia Flash.
Per attivare il click-to-play in Firefox si può cliccare sul pulsante delle impostazioni quindi scegliere Componenti aggiuntivi.
Da qui basterà cliccare su Plugin quindi selezionare l’opzione Chiedi prima di attivare in corrispondenza delle varie tipologie di contenuti gestiti dai plugin (i.e. Flash, Silverlight, Java,…).
Quando si utilizza la connessione mobile condivisa in tethering si potrà così risparmiare dati evitando di avvicinarsi “pericolosamente” alla soglia dati mensile imposta dall’operatore telefonico.
3) Disattivare il precaricamento delle pagine web
Tutti i browser web più moderni integrano una funzionalità che aiuta a velocizzare la navigazione avvantaggiandosi col il precaricamento delle pagine che l’utente potrebbe visitare.
Si supponga di visitare una certa pagina web. Il browser, per velocizzare l’eventuale successivo caricamento delle pagine correlate, inizia a seguire i link presenti nella pagina ed a caricarne i contenuti.
Quando si utilizza una connessione “flat”, questa caratteristica è senza dubbio utilissima mentre può risultare controproducente se si sta adoperando la connessione dati mobile (vengono scaricati dati da pagine web che poi, all’atto pratico, potrebbero non essere effettivamente visitate dall’utente).
In Chrome, per evitare il precaricamento delle pagine web, basta accedere alle impostazioni del browser quindi digitare Precarica le risorse nella casella di ricerca e togliere il segno di spunta dalla casella Precarica le risorse per velocizzare il caricamento delle pagine.
In Firefox basta invece digitare about:config
nella barra degli indirizzi, cercare network.prefetch-next
ed impostare a “false” il parametro facendovi doppio clic.
4) Disattivare i trasferimenti dati inutili
Una delle operazioni più importanti consiste ovviamente nel disattivare i trasferimenti dati superflui mentre si è connessi alla rete Internet in tethering.
Suggeriamo quindi di controllare che nessun programma possa avviare pesanti trasferimenti di dati mentre si sta adoperando la connessione dati in mobilità.
In particolare, consigliamo di disattivare temporaneamente:
– i download degli aggiornamenti di Windows da Windows Update
– il download degli aggiornamenti del browser
Per disattivare il prelievo automatico degli aggiornamenti in Chrome, si deve aprire l’Editor del registro di sistema (REGEDIT) quindi portarsi in corrispondenza della chiave HKEY_LOCAL_MACHINE \ SOFTWARE \ Policies \Google\Update
, crearvi un nuovo DWORD AutoUpdateCheckPeriodMinutes
e assegnargli il valore 0.
Nel caso di Firefox, bisogna accedere alle opzioni, cliccare sulla scheda Avanzate e scegliere Non cercare aggiornamenti.
In entrambi i casi, tuttavia, si ricordi di scaricare periodicamente gli aggiornamenti in maniera manuale non appena si tornerà ad usare una connessione non vincolata ad un certo quantitativo di traffico dati mensile.
5) In Windows 10 impostare la connessione come “a consumo”
Windows 10 scarica e installa automaticamente tutti gli aggiornamenti per il sistema operativo, indipendentemente dal fatto che si stia usando una connessione Ethernet o WiFi.
Sui sistemi Windows 10 suggeriamo quindi di digitare Stato della rete nella casella di ricerca, cliccare su Modifica proprietà di connessione quindi attivare l’opzione Connessione a consumo.
6) Sospendere le attività di sincronizzazione di tutti i servizi cloud.
Un’altra attività che tende a consumare dati in maniera incisiva è la sincronizzazione dei file tra dispositivo e server cloud.
Un ottimo consiglio è quindi quello di accedere al client utilizzato per connettersi con i servizi cloud preferiti e sospendere temporaneamente ogni attività di sincronizzazione.
OneDrive rileva se l’utente sta usando una connessione indicata come “a consumo” in Windows 10 e mostra una notifica a comparsa per disattivare la sincronizzazione online.
7) Verificare quali applicazioni stanno scambiando dati sulla rete Internet
Per ridurre ulteriormente il quantitativo di dati scambiati con la rete Internet, è possibile aprire il Task Manager usando la combinazione di tasti CTRL+MAIUSC+ESC. Dopo aver fatto clic su Più dettagli, si potrà selezionare la scheda Processi quindi cliccare sull’intestazione della colonna Rete per ottenere, in ordine decrescente, la lista dei processi che stanno maggiormente impegnando la connessione.
In Windows 10, per farsi un’idea più precisa, si può digitare Panoramica del consumo dati nella casella di ricerca quindi selezionare Dettagli uso.