La Commissione Europea prova a tendere la mano a Google. La società è da tempo al centro di una serie di indagini che mirano a verificare se il colosso di Mountain View abbia o meno abusato della sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca. Come si evince dall’intervento di Joaquin Almunia (nella foto a lato), Commissario europeo col portafoglio della Concorrenza, l’Europa vorrebbe cercare di mettersi alle spalle tutte le varie diatribe che hanno visto protagonista Google nel corso dell’ultimo biennio a patto che l’azienda di Larry Page e Sergey Brin si adegui con tempestività alle indicazioni fornitele.
“Nel mese di novembre 2010“, ha esordito Almunia, “la Commissione Europea ha avviato un’indagine in merito alle denunce che erano giunte e che lamentavano un possibile abuso di posizione dominante da parte di Google. (…) Abbiamo esaminato tutte le contestazioni pervenuteci analizzando il mercato su vasta scala“.
Secondo Almunia, Google avrebbe più volte espresso l’intenzione di voler giungere ad un accordo stragiudiziale con la Commissione Europea. “Per questo motivo voglio offrire oggi a Google l’opportunità di proporre una serie di rimedi per sanare le problematiche che abbiamo già avuto modo di individuare“.
L’antitrust europea offre quindi una possibilità all’azienda d’Oltreoceano che suona, però, anche come un ultimatum: o Google si adegua alle prescrizioni impostele oppure l’atteggiamento nei suoi confronti, almeno in Europa, si farà nettamente più duro e meno tollerante.
I “punti critici” oggetto di contestazione sono quattro: il primo riguarda le pagine delle risultati delle ricerche (altrimenti chiamate SERP): qui Google espone collegamenti ipertestuali verso altri suoi servizi di ricerca. Con l’espressione “servizi di ricerca di tipo verticale”, Almunia fa riferimento agli strumenti con cui Google propone informazioni su ristoranti, prodotti o notizie correlati con i termini introdotti dall’utente nell’apposita casella. “Google mostra i link facenti riferimento ai suoi servizi di ricerca verticali in modo differente rispetto a quanto fa con le aziende concorrenti“.
La seconda lamentela riguarda le modalità con le quali Google riproduce “i contenuti che appaiono su altri servizi di ricerca e li riutilizza nella sua offerta di prodotti online“. Almunia si dice preoccupato che “le aziende rivali di Google possano essere disincentivate a generare contenuti originali (…) La pratica di Google potrebbe danneggiare i siti che si occupano di viaggi o quelli che fungono da guide per i ristoranti“.
Il terzo aspetto citato da Almunia è invece correlato con le inserzioni pubblicitarie. Secondo il Commissario, Google potrebbe aver stretto accordi pubblicitari in via esclusiva con alcuni siti minando seriamente alla libera concorrenza sul mercato delle inserzioni.
In ultima battuta, la Commissione Europea – attraverso l’intervento di Almunia – ha voluto esprimere dei dubbi circa le restrizioni che Google impone sulla “portabilità” delle campagne pubblicitarie dalla sua piattaforma AdWords alle soluzioni offerte dalle società concorrenti.
La lettera contenente le osservazioni che provengono dal Vecchio Continente è già stata recapitata al presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt. Almunia spiega che sarà competenza di Schmidt dare seguito alle contestazioni nel giro di qualche settimana proponendo soluzioni efficaci per risolvere tutti i quattro punti oggetto del contendere.
Il Commissario conclude spiegando che se Google porterà alla sua attenzione dei rimedi efficaci, la vicenda sarà destinata a risolversi rapidamente e Google non subirà alcuna penalizzazione.