Un codec è un componente che si occupa della codifica e della decodifica digitale di un segnale. Ciascun codec contiene la “ricetta” per la compressione dei dati e la successiva decompressione, con o senza perdita di informazione (algoritmi lossy e lossless). I codec vengono utilizzati non solo per la compressione video ma anche per gestire flussi musicali e per comprimere immagini, testi, documenti e così via. Il codec AV1 è uno standard di compressione video open source progettato per migliorare l’efficienza nella compressione video. È sviluppato dall’Alliance for Open Media (AOMedia), un consorzio di aziende che ricomprende, tra i vari nomi, anche quelli di Google, Apple, Amazon, Microsoft, Netflix, Cisco, Intel, Mozilla e altri ancora.
Due parole sull’utilizzo dei codec in ambito multimediale
Se nel caso dei flussi multimediali è possibile sacrificare un po’ di qualità a fronte di una minore occupazione della banda di rete e di file più leggeri da memorizzare e gestire, nel caso dei noti formati come Zip, 7-Zip, RAR,… non possono essere introdotte perdite (sono tutti formati lossless), altrimenti verrebbe meno l’integrità stessa dei dati.
Abbiamo visto che cambiare formato di foto e immagini permette di ottenere file più o meno leggeri, spesso più adatti all’inserimento in un documento Word o più facili da inviare via email.
Allo stesso modo, poter trasferire contenuti multimediali con un codec efficace è utile per tutti e in particolare per chi quei contenuti li diffonde: si pensi ai network televisivi e alle varie piattaforme di streaming online.
Il digitale terrestre italiano resta ancorato all’utilizzo del codec H.264 (AVC); soltanto con la futura adozione dello standard DVB-T2 i broadcaster saranno chiamati ad abbracciare il codec H.265 (HEVC). Sul satellite, invece, grazie a DVB-S2 sono diffusi contenuti di qualità con risoluzione 4K UHD proprio utilizzando HEVC.
Sono però le piattaforme di streaming che possono e devono necessariamente aggiornarsi utilizzando codec sempre più efficaci. Abbiamo visto, brevemente, le differenze tra H.264 AVC e H.265 HEVC. Dal 2018 ad oggi, quando ne fu pubblicata la versione iniziale, il più recente codec AV1 ha riscosso un grande interesse da parte di tutta l’industria.
Codec AV1: cos’è e come funziona
Proposto da un consorzio di aziende (AOMedia) composto da “pezzi da novanta”, il codec AV1 è aperto, royalty-free e progettato per la trasmissione di contenuti via Internet.
Abbiamo visto quanta banda è necessaria per lo streaming online: ecco, migliorando il codec si possono trasferire contenuti di migliore qualità occupando addirittura meno banda. Agendo sul bitrate è poi possibile regolare la “ricchezza” di informazioni trasferite nell’unità di tempo, anche qui con conseguenze dirette in termini di occupazione di banda.
Netflix si è gettata a capofitto sul supporto di AV1 avviandone l’utilizzo su Android già da febbraio 2020. All’incirca da novembre 2021 gli stream AV1 sono stati utilizzati da Netflix sulle smart TV compatibili. Netflix e Intel hanno infatti più volte ribadito che AV1 permette di dimezzare la banda richiesta senza penalizzare la qualità.
Supporto per il codec AV1
Inutile dire che i browser sono tra i primi ad aver abbracciato AV1: Chrome supporta il codec da ottobre 2018 e da aprile 2021 integra anche un encoder; Firefox ha abbracciato il codec AV1 da maggio 2019 con decodifica software, da maggio 2022 con supporto per il decoding in hardware. Un riproduttore multimediale famosissimo come VLC ha adottato AV1 a partire dalla release 3.0.
Attualmente, il browser Edge non supporta AV1: Microsoft ha dichiarato che sta lavorando per risolvere il problema. D’altra parte è possibile provare a riprodurre questo contenuto codificato AV1: in Edge non appare, negli altri browser sì.
In Windows 10 e Windows 11 il supporto AV1 può essere introdotto installando AV1 Video Extension dal Microsoft Store.
I nuovi SoC Apple M3 supportano la decodifica di contenuti AV1; gli iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max integrano a loro volta un modulo di decodifica AV1 integrato in hardware.
La definizione di compatibilità con Android 14 rende il supporto AV1 obbligatorio; il chipset Snapdragon 8 Gen 2, ampiamente utilizzato negli smartphone del 2023, prevede a sua volta l’utilizzo di AV1.
Google ha presentato AOM-AV1
Tra i sostenitori più attivi del codec AV1, come abbiamo detto, c’è ovviamente Google che prosegue con il continuo aggiornamento di AOM-AV1 per migliorare ulteriormente le prestazioni del codec.
Le ultime versioni di AOM-AV1 sono molto più efficienti se utilizzate con processori multi-thread e riducono nettamente i tempi di codifica a seconda della risoluzione della sorgente. I test hanno mostrato una riduzione del 34% del tempo di codifica su una CPU con 16 o più thread.
Le performance risultano migliori del 30-34% per i video fino a 1080p mentre per le risoluzioni 4K è evidente una riduzione del tempo di codifica pari al 18-20% usando CPU a 32 thread.
Le GPU Intel Arc e le schede NVIDIA GeForce RTX Serie 40 supportano la codifica e la decodifica hardware con AV1. Nel frattempo Google sta lavorando “dietro le quinte” per dare un forte impulso alla diffusione di AV1 a tutti i livelli, piattaforme di streaming comprese.