C’è un social nuovo, nato nel 2020, del quale non si fa che parlare nell’ultimo periodo. Si chiama Clubhouse ed è possibile parteciparvi, almeno per il momento, soltanto su invito.
Clubhouse (questa l’attuale scarna home page di presentazione) è nato sotto la spinta di un gruppo di sviluppatori di Alpha Exploration, ha ottenuto subito un buon successo durante i primi mesi della pandemia ed è stata finanziata attraverso l’iniezione di importanti capitali.
Il social, al momento accessibile tramite un’apposita app per iOS, sbarcherà presto anche sui dispositivi Android, almeno stando a quanto dichiarato alcuni giorni fa dagli ideatori della piattaforma.
Rispetto alle classiche “ricette” social Clubhouse differisce per le modalità di accesso e fruizione dei contenuti: la sua struttura è composta da tante stanze virtuali all’interno delle quali è possibile affrontare gli argomenti più disparati usando però soltanto contributi audio.
Clubhouse è una versione social delle radio: chiunque può colloquiare con altre persone, usando la propria voce, ovunque si trovi, confrontarsi su idee, novità, attualità, politica, tecnologia e così via. Le trasmissioni non sono quindi a senso unico ma chi entra nelle varie stanze può partecipare intervenendo direttamente.
Per adesso Clubhouse ha preferito andarci con i piedi di piombo creando hype, attesa, facendo parlare di sé e presentando il social come un’opportunità per dialogare con alcuni tra i personaggi più famosi.
La partecipazione di Elon Musk dei giorni scorsi ha fatto registrare un successo sconfinato con migliaia di utenti che si sono contemporaneamente collegati per interfacciarsi con l’imprenditore statunitense fondatore, tra le altre, di Tesla e SpaceX.
Al momento Clubhouse è completamente gratuito ma è quasi scontato che gli sviluppatori vogliano in qualche modo iniziare a monetizzare la piattaforma in qualche modo.
Per ora in Italia Clubhouse è “sbarcato” grazie agli inviti che si sono girati reciprocamente i professionisti della comunicazione, del marketing, del digitale. Manca ancora del tutto quella partecipazione “di massa” che si è messa in evidenza negli Stati Uniti.
Provare a entrare nel mondo di Clubhouse è facile: basta installare l’app per i dispositivi iOS, porsi in lista d’attesa e attendere che qualche collega, amico o conoscente vi inviti.
Avrà successo Clubhouse? Difficile dirlo, soprattutto se si parla di medio e lungo termine. Certo è che si tratta di un social interessante perché diverso nell’idea che sta alla base del suo funzionamento da tutti gli altri. Per questo per molti si rivela intrigante abbandonare il testo scritto, i like di Facebook e Instagram, per una modalità di comunicazione più lenta (perché interamente basata sugli scambi di punti di vista in modalità vocale) ma forse più coinvolgente, riflessiva e di sicuro molto meno alienante.
Per ora Clubhouse vince su scala planetaria grazie all'”esclusività” della piattaforma e alla possibilità di partecipare a incontri in alcuni casi davvero molto interessanti sulle tematiche più disparate. Inutile dire, però, che un grande lavoro di ottimizzazione dovrà essere fatto per ciò che riguarda la moderazione degli interventi all’interno delle singole stanze.
Ci aspettiamo che Alpha Exploration possa introdurre, già nelle prossime settimane, importanti novità in tal senso.
Clubhouse è anche il nome di una soluzione di project management: non c’entra nulla con il social trattandosi di un progetto promosso e portato avanti da un soggetto completamente diverso.