Vi abbiamo parlato con toni entusiastici di GitHub Copilot, una piattaforma che permette di scrivere codice di programmazione partendo da una descrizione di ciò che si vuole ottenere avanzata usando il linguaggio naturale.
Immaginate di trovarvi dinanzi al vostro ambiente di sviluppo integrato (IDE) preferito o semplicemente di aprire l’editor di testo: chiedendo a Copilot ciò che si vuole ottenere, la piattaforma genererà una porzione di codice perfettamente funzionante nel linguaggio di programmazione preferito.
Nell’articolo citato in apertura, abbiamo visto come usare Copilot legandolo a Visual Studio Code, disponibile anche in versione portabile.
Il sistema Copilot fa ampio uso dell’intelligenza artificiale ed è stato addestrato, durante una lunghissima fase di test, utilizzando codice reperibile online e accessibile pubblicamente.
Dopo il periodo iniziale di lancio, l’utilizzo di Copilot costa 4 dollari al mese o 44 dollari l’anno. Esiste comunque anche un profilo free a costo zero per chi non usa il servizio a fini professionali.
Sin dalla presentazione di Copilot e di altri tool simili, i detrattori hanno avanzato feroci critiche ipotizzando possibili violazioni del copyright: è corretto che GitHub e Microsoft abbiano utilizzato il codice sorgente sviluppato da altri utenti per “istruire” Copilot? Ed è altrettanto corretto che Copilot possa generare algoritmi funzionanti a partire da tale codice?
Secondo Julia Reda Copilot non viola le leggi sulla tutela del diritto d’autore: sono proprio le licenze copyleft a permettere ed anzi incoraggiare il riutilizzo del codice altrui.
Non la pensa allo stesso modo Matthew Butterick, programmatore, autore e avvocato statunitense che forte del supporto di un importante studio legale californiano ha avviato una class action nei confronti di Microsoft.
L’accusa è che l’azienda di Redmond starebbe ponendo in essere, con Copilot, qualcosa di molto simile alla pirateria del software utilizzando miliardi di righe di codice scritte da milioni di programmatori e pubblicate con varie licenze tra cui MIT, GPL e Apache. Oltre a Microsoft vengono chiamati in causa GitHub e il partner tecnologico OpenAI. Secondo l’accusa, Microsoft avrebbe violato diverse norme comprese le disposizioni che vietano la rimozione delle informazioni relative alla gestione della proprietà intellettuale.
Nel sito che offre informazioni sulla class action incentrata su GitHub Copilot si spiega: “questo è il primo caso di class action negli Stati Uniti che riguarda la formazione e la produzione dei sistemi di intelligenza artificiale. Non sarà l’ultimo. I sistemi di IA non sono esenti dalla legge. Coloro che creano e gestiscono questi sistemi devono agire in modo responsabile. (…) L’IA deve essere equa ed etica per tutti. Se non lo è, allora non potrà mai raggiungere i suoi decantati obiettivi di elevare l’umanità. Diventerà solo un altro modo per pochi privilegiati di trarre profitto dal lavoro di molti“.