Mentre Microsoft manda in pensione Windows Messenger dirottando tutti gli utenti su Skype, mentre la società di Redmond completa l’integrazione del client VoIP con la piattaforma di messaggistica Lync usata in ambito aziendale, Cisco si mette di traverso e dichiara battaglia.
L’azienda di San Francisco, leader nella produzione e fornitura di apparati per il networking, ha presentato una denuncia dinanzi alla Commissione Europea chiedendo alle autorità di annullare l’acquisizione di Skype da parte di Microsoft annunciata nel mese di maggio 2011 e ratificata il successivo ottobre.
Dopo le proteste dell’italiana Messagenet (Messagenet: l’accordo Microsoft-Skype non s’ha da fare) anche Cisco aveva fatto la voce grossa paventando l’intenzione di ricorrere alla Commissione Europea.
A distanza di più di un anno di distanza, oggi arriva la conferma: il colosso del networking è ufficialmente sul piede di guerra non risparmiando neppure qualche critica all’antitrust del vecchio continente. Dando il via libera all’accordo Microsoft-Skype – è la tesi di Cisco – l’Europa avrebbe di fatto aperto la strada alla formazione di un monopolio che taglierebbe le gambe alla concorrenza.
A Microsoft non è stata richiesta alcuna contropartita e nessuna garanzia: secondo Cisco, l’acquisizione di Skype da parte di Redmond avrebbe così immediatamente posto l’azienda di Steve Ballmer in una posizione troppo avvantaggiata. Un vantaggio sulla concorrenza che viene considerato ingiusto.
Il braccio di ferro tra Cisco e Microsoft è importantissimo: basti pensare che, stando ai numeri forniti da Kevin Turner, uno dei responsabili Microsoft, ogni mese Skype gestirebbe qualcosa come 280 milioni di utenti. Sempre su base mensile, ogni utente utilizzerebbe Skype, mediamente, almeno per 100 minuti. Nel momento in cui fu siglata l’intesa Microsoft-Skype, il client VoIP vantava 170 milioni di iscritti che, quindi, nel frattempo, solo ulteriormente cresciuti.
Corneliu Hoedlmayr, uno dei legali della Commissione Europea, afferma che le argomentazioni addotte all’epoca dell’accordo da Cisco non furono sufficientemente convincenti. “Non è stata evidenziata con efficacia alcuna minaccia in termini competitivi“, ha dichiarato Hoedlmayr che citò – fra le aziende concorrenti di Skype – nomi quali Viber e Google Talk (nel frattempo trasformatosi nel servizio Hangouts).
La richiesta di revisione delle precedenti decisioni prese dalla Commissione rispetto all’accordo che vede protagoniste Microsoft e Skype è stata firmata da Cisco congiuntamente con i legali della milanese Messagenet ed è stata presentata alla Corte Generale dell’Unione Europea.