In questi giorni tanto si è parlato del turista francese, Simon Gautier, che non sarebbe riuscito a comunicare la sua esatta posizione ai soccorritori. L’escursionista stava esplorando un’area impervia situata nel Cilento, a monte del golfo di Policastro, quando è precipitato in un burrone. Il tragico evento ha evidenziato quanto sia fondamentale abbracciare rapidamente il nuovo sistema di localizzazione AML (Advanced Mobile Location) del quale avevamo parlato già nel 2017 (vedere Il 112 chiede ad Apple di abbracciare il sistema AML: di che si tratta) ma che in Italia non è ancora entrato in funzione.
Ogni volta che una persona in difficoltà chiama i servizi di emergenza con uno smartphone capace di gestire il servizio AML, il dispositivo stabilisce automaticamente la posizione del chiamante appoggiandosi ai servizi di geolocalizzazione e provvede a trasmettere le informazioni raccolte ai soccorritori via SMS.
A giugno 2019 il sistema AML era effettivamente utilizzato in 15 paesi: Austria, Belgio, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lituania, Moldavia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia e Stati Uniti.
Lo conferma EENA (European Emergency Number Association), organizzazione che si occupa di promuovere la corretta gestione delle numerazioni di emergenza 112 in tutti i Paesi europei riportando dati estremamente incoraggianti per gli interventi emergenziali nelle nazioni che hanno scelto di adottare AML.
A breve dovrebbero aggiungersi Paesi quali Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Portogallo e Svezia.
L’Italia non c’è e a questo punto sarebbe fondamentale stringere i tempi. Anche perché Google supporta AML a livello di sistema operativo già da quando fu rilasciato Android 2.3 “Gingerbread” (luglio 2016) mentre Apple iOS “è della partita” dalla primavera del 2018.
Nel nostro Paese è disponibile l’app 112 Where Are U che ricalca il funzionamento di AML ma che purtroppo risulta ad oggi fruibile in una piccola parte della Penisola (cliccare su Dove si usa per conoscere l’attuale copertura del servizio).
Come rilevare e trasmettere la propria posizione geografica
Quando ci si dovesse malauguratamente trovare in situazioni di difficoltà, la tecnologia deve accorrere subito in aiuto e, soprattutto, essere di immediato utilizzo.
Di seguito, in attesa che venga approvato l’impiego di AML anche in Italia, suggeriamo alcuni strumenti che possono risultare utilissimi per comunicare la propria posizione geografica in caso di necessità.
1) Impostare Contatti fidati di Google
Installiamo sempre l’app Contatti fidati, uno strumento che permette di specificare una lista di persone da informare circa la propria posizione geografica. L’app Contatti fidati può risultare utilissima al bisogno, ad esempio per richiedere aiuto in situazioni di emergenza.
Non appena uno dei Contatti fidati dovesse richiedere la posizione dell’utente, apparirà un avviso sullo smartphone Android e si avrà eventualmente facoltà di negare la condivisione dei dati di geolocalizzazione.
Per impostazione predefinita, nel caso in cui non si dovesse rispondere entro 5 minuti, l’applicazione invierà automaticamente i dati sulla posizione al contatto fidato richiedente. Questo lasso di tempo può essere modificato portandosi nelle impostazioni di Contatti fidati quindi scegliendo Limite temporale per le richieste di posizione.
Se il telefono risultasse spento o comunque non connesso alla rete dati, Google invierà al richiedente l’ultima posizione conosciuta.
L’utente può toccare l’icona in basso a destra e avvisare subito tutti i contatti circa la sua posizione, programmare la condivisione dell’informazione o informare solo contatti specifici.
2) Attivare la condivisione della posizione su Google Maps
Se si avesse in programma una gita in un luogo impervio, una buona idea consiste certamente nella condivisione della propria posizione geografica attraverso Google Maps.
Per procedere in tal senso, basta accedere al menu principale dell’applicazione (pulsante in alto a sinistra) quindi scegliere la voce Condivisione della posizione.
Dopo aver toccato il pulsante Inizia, si potrà scegliere Fino alla disattivazione, indicare il contatto o i contatti con i quali si desidera condividere l’informazione e selezionare Condividi.
Al rientro basterà tornare nelle impostazioni di Google Maps quindi premere la “X” nel riquadro Posizione condivisa con.
3) Condividere la posizione geografica con WhatsApp e Telegram
Anche app di messaggistica come WhatsApp e Telegram consentono di condividere la propria posizione in tempo reale.
Nel caso di WhatsApp basta toccare l’icona raffigurante una piccola graffetta (la stessa che si usa per allegare ai messaggi qualunque file) e scegliere Posizione. Selezionando Posizione in tempo reale il contatto prescelto riceverà gli aggiornamenti sulla geolocalizzazione per un tempo compreso tra 15 minuti e 8 ore.
Stesso approccio anche in Telegram scegliendo sempre l’icona della graffetta. In Telegram è stata di recente aggiunta anche la funzionalità Aggiungi persone vicine che permette di colloquiare con persone che si trovano nelle vicinanze: Telegram: tra le tante novità lo scambio dei numeri di telefono con un tocco e i gruppi locali.
4) Imparare a usare le coordinate Google Plus Codes
Comunicare la propria latitudine e longitudine (coordinate GPS) a un servizio di assistenza e soccorso può risultare complicato. Google ha inventato un meccanismo di geolocalizzazione che permette di ottenere, sulla base della propria posizione, un codice compatto formato da una breve sequenze di lettere e numeri.
Per usare il sistema Google Plus Codes, basta avviare l’app Google Maps, attendere la visualizzazione della propria posizione geografica, tenere premuto per impostare un segnaposto nelle immediate vicinanze del punto di colore blu quindi leggere le coordinate nella notazione Google Plus Code accedendo al riquadro nella parte inferiore della schermata.
Le coordinate possono essere verificate anche a questo indirizzo oppure inserite nella casella di ricerca di Google Maps o dello stesso motore di ricerca Google: ricordarsi sempre di abbinare alle coordinate anche il nome della località riportata a destra (nell’esempio, Sirmione).
5) Usare What3Words, disponibile anche come app per Android e iOS
Un ottimo strumento alternativo si chiama What3Words ed è fruibile sia da browser web che come app dedicata per i dispositivi Android e iOS.
Una volta individuata la propria posizione sulla superficie terrestre, What3Words restituisce una combinazione di tre parole. Digitate da parte di terzi nella casella di ricerca del servizio, è possibile identificare la posizione geografica della persona che ha effettuato la chiamata di emergenza.
Le parole restituite da What3Words permettono di risalire alle coordinate di GPS di qualunque persona indipendentemente dalla sua posizione sul globo terrestre. La superficie della Terra viene gestita con un griglia a maglie fittissime: il singolo riquadro ha dimensioni pari a 3 x 3 metri.
Tenendo premuti il tasto di accensione dell’iPhone e il pulsante volume su o giù, apparirà il pulsante SOS emergenze. La funzionalità, descritta da Apple in questa pagina, può essere utilizzata anche nel caso in cui lo schermo del dispositivo mobile dovesse rompersi: basterà continuare a tenere premuti i pulsanti affinché la chiamata venga effettuata in automatico.
A breve una voce sintetizzata, integrata con l’assistente digitale Google Assistant, consentirà di comunicare automaticamente ai soccorritori l’esatta posizione del chiamante: Numeri di emergenza: Google trasmetterà informazioni sulla posizione dell’utente.