Da quando il chatbot ChatGPT è stato lanciato sul Web lo scorso novembre, l’interesse per la generazione di testi mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è letteralmente esploso. Microsoft, che ha investito molto in OpenAI, la società che si occupa dello sviluppo di ChatGPT e di molte altre soluzioni basate sull’utilizzo di modelli generativi, sta cercando di capitalizzare questo grande interesse annunciando come questa tecnologia sarà integrata nelle sue soluzioni software.
“L’intelligenza artificiale cambierà radicalmente ogni aspetto del software, a partire dalla categoria più grande di tutte: la ricerca“, ha affermato Satya Nadella, presidente e CEO di Microsoft. “Oggi lanciamo Bing ed Edge basati sull’intelligenza artificiale, per aiutare gli utenti a ottenere di più dalla ricerca e dal Web“.
Il numero uno di Microsoft ha aggiunto che la competizione è appena iniziata e che Microsoft ha intenzione di muoversi molto velocemente per cavalcare l’onda: “cosa ancora più importante, vogliamo divertirci a innovare di nuovo nel mondo della ricerca, perché è giunto il momento di farlo“.
Bing è sempre stato un motore di ricerca considerato come di “serie B” rispetto a Google. E ciò nonostante la stretta integrazione con Windows 10 e Windows 11 che alcuni utenti preferiscono rimuovere: abbiamo visto come disattivare i risultati di ricerca di Bing nel menu Start e i Search Highlights di Windows 11.
Ecco, con l’integrazione di ChatGPT Microsoft punta a ridare nuova vita a Bing introducendo tante nuove possibilità.
Nella sua dimostrazione Microsoft ha presentato alcune delle potenzialità del “nuovo Bing“: nelle pagine dei risultati di ricerca i link tradizionali sono affiancati dalle aggiunte inserite dall’intelligenza artificiale mentre un’altra modalità consente agli utenti di parlare direttamente con il chatbot ponendo domande in un’interfaccia in stile chat come avviene in ChatGPT.
Microsoft anche ha proposto una serie di interrogazioni di ricerca come esempio: query per ricette, consigli di viaggio e acquisto di mobili. In un caso è stato chiesto a Bing di “creare un itinerario per ogni giorno di un viaggio di 5 giorni a Città del Messico“. Alla domanda il motore di ricerca ha risposto attivando il chatbot che ha presentato un possibile itinerario insieme ad alcuni collegamenti esterni per approfondire l’argomento.
A differenza di ChatGPT, il nuovo Bing può anche recuperare notizie su eventi recenti: il motore di ricerca è stato persino in grado di rispondere alle domande sul proprio lancio, citando i primi articoli pubblicati dai siti Web nel corso dell’ultima ora.
Microsoft afferma che queste funzionalità sono tutte alimentate da una versione aggiornata di GPT 3.5, il modello linguistico di OpenAI che alimenta ChatGPT. L’azienda di Redmond lo chiama “Prometheus Model” garantendo che è più potente di GPT 3.5 e in grado di rispondere meglio alle query di ricerca con informazioni aggiornate e risposte maggiormente argomentate, precise e puntuali.
Al momento non è ancora possibile provare il nuovo Bing: per accedere alla lista di attesa basta fare clic su un pulsante. Nelle prossime settimane, comunque, il motore di ricerca si mostrerà pubblicamente a tutti gli utenti.
Anche Edge attinge a piene mani alla tecnologia alla base di ChatGPT: nella barra laterale del browser debuttano le nuove funzioni Chat e Componi.
Chat consente agli utenti di riassumere la pagina Web o il documento che stanno leggendo con la possibilità di porre domande sui contenuti mentre Componi funge da assistente alla scrittura aiutando a generare testi: dalle email ai post da pubblicare sui social network partendo da alcuni semplici suggerimenti iniziali.
Abbiamo visto che proprio ChatGPT è stato sottoposto con successo a jailbreaking mostrando il suo “lato oscuro”: inducendo il modello a superare le limitazioni imposte dagli sviluppatori, ChatGPT ha iniziato a mostrare comportamenti anomali proponendo consigli e commenti censurabili.
Nel corso della sua presentazione, Microsoft ha fatto esplicito riferimento a questi e ad altri problemi affermando di aver lavorato duramente per salvaguardare il funzionamento del modello generativo e proteggere gli utenti.
“Con questo prodotto siamo andati più lontano di quanto abbiamo mai fatto prima per sviluppare approcci che prevedano un’attenta mitigazione del rischio“, ha affermato Sarah Bird, responsabile dei progetti legati all’intelligenza artificiale su Azure.
Il prossimo passo consisterà nell’integrazione tra Microsoft 365 e il Prometheus Model: in parte ciò è già avvenuto con l’aggiunta del modello GPT-3.5 in Teams Premium; presto sarà possibile generare e gestire testi con l’intelligenza artificiale, per esempio, da Microsoft Word. Già oggi esistono alcuni add-on a pagamento che permettono di farlo usando le API OpenAI.