Ha destato non poco scalpore la decisione appena comunicata dai due fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, che dopo tanti anni lasciano il timone dell’azienda. In una lunga lettera pubblicata sul blog ufficiale di Google, Page e Brin ripercorrono la storia della società, peraltro costellata di innumerevoli successi.
Larry Page ha fondato Google nel 1998 insieme a Sergey Brin e ha ricoperto il ruolo di CEO di Alphabet dal 2015, quando l’azienda è stata creata come “società madre” di Google. Una sorta di contenitore per le varie linee di business di un’azienda sempre più diversificata.
Basti pensare che oltre a Google, Alphabet detiene la proprietà di Nest, specializzata nelle soluzioni per la domotica e l’Internet delle Cose, la divisione Google Cloud che si occupa di soluzioni per il cloud computing, il team che si occupa della progettazione e dello sviluppo di tecnologie e veicoli per la guida autonoma, una linea impegnata sulla sicurezza informatica, uno speciale laboratorio che opera come una vera e propria fucina in vista del lancio di esperimenti innovativi e spesso rivoluzionari.
Page ha spiegato che la decisione di lasciare il controllo di Alphabet a Sundar Pichai, l’attuale CEO di Google, nascerebbe dalla volontà di “semplificare la struttura e la gestione dell’azienda“. I due co-fondatori continueranno a sedere nel consiglio di amministrazione, resteranno ovviamente azionisti (detengono un tesoro in azioni rispettivamente pari al 5,8% e 5,6%) e avranno sempre voce in capitolo ma, in ogni caso, la società si allontana da quella struttura bicefala che l’aveva caratterizzata da oltre 20 anni.
“Non siamo mai state persone che si arroccano su posizioni dirigenziali quando vediamo che vi sia un modo migliore per gestire l’azienda“, si legge nella lettera aperta firmata da Page e Brin.
Il motore di ricerca più conosciuto e utilizzato al mondo fu fondato nel settembre 1998 nel garage dell’amica di Page e Brin, Susan Wojcicki, a Menlo Park in California. Fu inizialmente presentato come il progetto di due giovani dottorandi della Stanford University.
Nel giro di pochi anni, Google aprirà una nuova via e con i suoi crawler scardinerà il concetto di directory che rappresentava lo status quo all’epoca. L’algoritmo di page raking (il cui nome si deve proprio a Larry Page), che oggi ha un po’ perso la sua valenza iniziale, premiava le pagine web citate con il maggior numero di link ponendole in evidenza nelle pagine dei risultati (SERP).
Da allora, l’impero con sede a Mountain View (California) è cresciuto esponenzialmente fino a diventare un’azienda che introita più di 85 miliardi di euro l’anno.
Sundar Pichai, da parte sua, si ritrova da oggi alla guida del colosso le cui porte aveva per la prima volta varcato nel 2004. Indiano, classe 1972, Pichai ha curato lo sviluppo di diversi prodotti Google in passato: da Chrome a Chrome OS, fino a Drive. Nel 2015 aveva assunto il ruolo di amministratore delegato di Google.
“Ho incontrato Larry e Sergey per la prima volta nel 2004 e da allora ho beneficiato della loro guida e delle loro intuizioni. La buona notizia è che continuerò a lavorare con loro, anche se in ruoli diversi per loro e per me“, ha affermato Pichai in una sua breve nota puntualizzando che “questa transizione non influenzerà la struttura di Alphabet o il lavoro che facciamo giorno dopo giorno“.