I membri della Federal Trade Commission (FTC) statunitense hanno votato unanimemente per approvare il documento che decreta la fine delle investigazioni avviate a carico di Google in merito al servizio di microblogging e di social networking Buzz.
Lanciato il 9 febbraio 2010, Google Buzz era stato collegato direttamente al servizio per la gestione della posta elettronica Gmail: mai particolarmente apprezzato dall’utenza, Buzz è stato subito oggetto di dure critiche (oltre che motivazione per l’avvio di alcune vertenze legali) dal momento che, nella sua implementazione iniziale, metteva a fattor comune – senza un’esplicita autorizzazione – informazioni che avrebbero dovuto essere mantenute segrete.
Nonostante Buzz sia stato ufficialmente messo nel cassetto da parte di Google (nei giorni scorsi il servizio è stato chiuso; ved. questo nostro articolo), secondo quanto stabilito dalla FTC, la società di Mountain View resta “sorvegliata speciale”. In forza di quanto accaduto in passato, infatti, Google dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni per la tutela della privacy e sottostare a controlli periodici per un periodo pari, addirittura, a ben venti anni.
Lo scorso anno, gli stessi vertici di Google si erano pubblicamente scusati per quanto accaduto relativamente al servizio Buzz: il lancio della piattaforma sarebbe stato sottovalutato, tanto che sarebbe venuto meno agli standard in tema di trasparenza e privacy solitamente usati dalla società.
Gli errori commessi con Buzz sono stati del tutto evitati in Google+, il social network del colosso di Mountain View che – sin dal momento del lancio – è stato valutato positivamente dall’utenza.