Come avevamo anticipato nei giorni scorsi il provvedimento che prevede l’erogazione di un voucher “una tantum” del valore di 500 euro per le famiglie con ISEE non superiore a 20.000 euro ha sollevato un vespaio di polemiche. Nell’articolo Bonus 500 euro per Internet, PC e tablet: continuano le proteste abbiamo spiegato che pur non essendo previsto il comodato d’uso, gli utenti interessati a ricevere il bonus devono sempre e comunque rivolgersi agli operatori di telecomunicazioni accreditati da Infratel Italia (i loro nomi saranno resi noti entro fine ottobre previa validazione di tutte le offerte pervenute).
In altre parole le disposizioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale all’inizio del mese non prevedono alcuna possibilità di “spacchettare” il voucher che dovrà essere usato per attivare una connessione di rete da almeno 30 Mbps in downstream e – contestualmente – acquistare PC o tablet presso lo stesso operatore di telecomunicazioni.
La ratio è evidentemente quella di spronare il cittadino a stipulare un contratto di abbonamento Internet a banda ultralarga (da 30 Mbps o più) obbligandolo a scegliere sempre la soluzione che offre performance migliori (ad esempio nel caso in cui più operatori offrissero connettività con tecnologie e banda di rete differenti). Chi richiede l’agevolazione potrà eventualmente usare parte del contributo statale per acquistare contemporaneamente, dallo stesso soggetto, un nuovo PC o un tablet.
AIRES, Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati e ANCRA, Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisione Elettrodomestici però non ci stanno e hanno annunciato battaglia.
La possibilità di rivolgersi esclusivamente agli operatori di telecomunicazioni per l’acquisto di PC e tablet, secondo AIRES e ANCRA, introdurrebbe gravi problematiche in termini di concorrenza.
“Sarebbe stato semplice e logico consentire ai beneficiari di “spezzare in due” il proprio bonus e, dopo avere stipulato il contratto per la connettività, scegliere sul libero mercato il prodotto al miglior prezzo, o comunque maggiormente confacente alle proprie necessità“, si legge in un comunicato congiunto firmato dalle due associazioni.
La limitazione prevista nel provvedimento, sostengono ancora AIRES e ANCRA, “oltre a restringere le possibilità di scelta degli aventi diritto, si presenta come una evidente distorsione della concorrenza, oltretutto finanziata con risorse pubbliche“.
Le associazioni, a tutela degli interessi dei cittadini e dei rivenditori di dispositivi elettronici e informatici, hanno quindi presentato un formale ricorso presso il TAR che esprimerà il suo parere sulla questione nel giro di alcuni giorni mentre il giudizio sul merito seguirà nei prossimi mesi.
“Con il deposito del ricorso, è stata anche presentata domanda cautelare di sospensione dell’esecutività e degli effetti del decreto ministeriale, stante l’evidenza e l’irreparabilità dei danni che il provvedimento governativo è in grado di provocare a tutte le imprese operanti nel settore dei prodotti elettronici, con la sola eccezione dei pochissimi operatori che stipuleranno accordi con gli operatori telefonici“, si legge in chiusura della nota.
Da parte sua il Ministero dello Sviluppo Economico prosegue sulla strada già tracciata comunicando inoltre che Infratel sta svolgendo in queste settimane una serie di incontri con le parti interessate così da avviare un’attività di comunicazione coordinata sulle opportunità offerte agli aventi diritto.