Bonus PC e Internet per l'attivazione di connessioni a banda larga: pubblicate le regole

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa le regole per accedere al bonus statale per PC e Internet. Come funziona.

Ieri 1° ottobre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa le regole per l’accesso al bonus per PC e Internet del valore di 500 euro per le famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro.
Potranno accedervi i cittadini che attualmente non dispongono di una connessione Internet per attivare un’utenza ad almeno 30 Mbps (sono quindi escluse le tradizionali ADSL). Il richiedente è inoltre tenuto ad attivare il migliore profilo di connessione possibile: se ad esempio la sua zona fosse raggiunta dalla connettività FTTH fino a 1 Gbps e FTTC fino a 100 Mbps e 30 Mbps da parte di vari operatori, l’utente dovrà attivare il collegamento in fibra a 1 Gbps.

Il bonus potrà essere richiesto direttamente agli operatori di telecomunicazioni entro il 1° ottobre 2021. Essendo i fondi statali limitati, saranno però soddisfatte soltanto le richieste dei cittadini che saranno più veloci.

Non potranno accedere al bonus quei cittadini che, come detto, non fossero raggiunti da una connessione ad almeno 30 Mbps in downstream o che già disponessero di un collegamento a banda larga da 30 Mbps a salire (oltre al requisito ISEE che deve essere inferiore a 20.000 euro).

Il bonus statale può essere utilizzato anche per richiedere l’accesso a PC e tablet che però verranno forniti da parte dell’operatore di telecomunicazioni (non ci si potrà rivolgere a soggetti terzi, ad esempio alla grande distribuzione). È importante osservare che il PC o il tablet, eventualmente richiesti dagli utenti, dovranno essere forniti dagli operatori di telecomunicazioni solo ed esclusivamente contestualmente con l’attivazione di un’offerta di connettività ad almeno 30 Mbps in downstream.

Il decreto non prevede il “comodato d’uso”: la fornitura di PC e tablet da parte dell’operatore di telecomunicazioni potrà essere effettuata con un acquisto dell’utente, scontato o a costo zero per via del bonus.
L’offerta di connettività attivata dovrà tuttavia essere mantenuta attivata per 12 mesi dalla stipula del contratto: chi accede al bonus potrà comunque cambiare operatore prima della scadenza. In tal caso il residuo del bonus potrà essere utilizzato per ottenere uno sconto presso il nuovo provider scelto.

AIRES, Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati, ha duramente criticato la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale parlando di “regali di Stato” a favore degli operatori di telecomunicazioni.
AIRES ha in più occasioni segnalato come la mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale rappresenti una significativa ed ingiustificata limitazione nella scelta per i consumatori che invece di poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli – e di produttori – disponibili sul libero mercato, sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività“, si legge in una nota diramata questa mattina. “Tale scelta rischia di avere un effetto dirompente sulla concorrenza tra produttori e importatori di hardware con effetti pesantissimi ai danni dei rivenditori di elettronica di consumo. (…) Ci stiamo già attivando per tutelarci in tutte le sedi opportune al fine di evitare i gravi e irreparabili danni che questo provvedimento rischia di procurare a migliaia di rivenditori di prodotti elettronici“.

La seconda fase: 200 euro di bonus per PC e Internet per le famiglie con ISEE da 20.000 a 50.000 euro e vantaggi fino a 2.000 euro per le imprese

Entro la fine dell’anno dovrebbero invece essere definite le regole per accedere ai nuovi bonus indirizzati a famiglie con ISEE non superiore a 50.000 euro e per le imprese.

L’Antitrust italiana (AGCM) aveva recentemente espresso forti dubbi su questo secondo provvedimento (Bonus Internet 2020: c’è il parere negativo dell’Antitrust. Ecco perché) sostenendo che la nuova misura, così come proposta, potrebbe avvantaggiare quegli operatori che non effettuano investimenti e fanno leva sulla posizione detenuta storicamente sulla rete in rame.

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