Un paio di anni fa esortavamo i nostri lettori a controllare il contenuto di CD e DVD di proprio interesse. I dati memorizzati sui dischi ottici, infatti, non sono eterni: il masterizzatore utilizzato e la velocità alla quale sono stati registrati i dati sono fattori importanti; per non parlare delle modalità di conservazione (comprese temperatura e umidità), della presenza di danni fisici (i.e. graffi), dell’esposizione alla luce ultravioletta, dell’interazione con agenti esterni e contaminanti, del disaccoppiamento degli strati adesivi del disco, dell’ossidazione del riflettore.
Nel 2019 Samsung ha interrotto la produzione dei suoi lettori Blu-ray e con il passare del tempo diventa più difficile trovare dispositivi in grado di gestire questi supporti di memoria.
Blu-ray è il termine con cui si fa riferimento al successore del DVD. Progettati da Sony, i supporti Blu-ray – delle stesse dimensioni di CD e DVD – sono in grado di memorizzare contenuti Full HD (1080p) e Ultra HD (2160p) con capacità di archiviazione pari a 23.3, 25 o 27 GB (Sony ha lavorato anche su versioni da 50 GB in su). Nel 2015 sono stati presentati i dischi Blu-ray UHD 4K.
L’espressione Blu-ray si riferisce al laser blu utilizzato per leggere il disco e in grado di gestire informazioni memorizzate con una maggiore densità.
Completamente spariti sui PC, per ovvi motivi, i dischi ottici trovano in Blu-ray l’ultima loro incarnazione più aggiornata. I dischi Blu-ray rimangono il formato standard per i videogiochi per console: rimarranno quindi in produzione finché continueranno a essere usati sulle console prima di essere soppiantati definitivamente dalle modalità di fruizione dei vari titoli online o dal download digitale.
I Blu-ray saranno quindi gli ultimi dischi ottici prima dell’abbandono di questi supporti? Probabilmente sì, almeno nel medio termine, anche perché con l’accantonamento di Intel SGX la riproduzione dei dischi Blu-ray protetti con la tecnologia DRM (Digital Rights Management) è destinata a non funzionare più come peraltro ha recentemente ricordato CyberLink, uno dei più noti sviluppatori di software per la riproduzione di supporti multimediali.
Fino a qualche anno fa c’era un successore di Blu-ray in fase di sviluppo: si chiamava HVD (Holographic Versatile Disc) e avrebbe offerto capacità di memorizzazione dati fino a 6 TB. Le condizioni di mercato e il fallimento della società responsabile di HVD hanno di fatto posto fine al progetto.
Sebbene HVD non abbia mai visto la luce non significa che nessuno stia lavorando su dischi ottici più avanzati. Se ben ingegnerizzati, i dischi ottici possono infatti teoricamente durare anche decine di anni, cosa che li rende particolarmente adatti per gli scipi di archiviazione. Nel 2018 un gruppo di scienziati annunciò di aver realizzato un disco ottico da 10 TB con una durata teorica di 600 anni.
Nel 2020 Sony ha parlato di un suo sistema di archiviazione ottica di terza generazione: dispositivi ottici che utilizzano “cartucce” da 5,5 TB ciascuna offrendo velocità di lettura fino a 3 Gbps e in scrittura fino a 1,5 Gbps.