E’ ufficiale: Blockbuster è in bancarotta. Le difficoltà della più famosa catena per l’acquisto ed il noleggio di dvd, videocassette e videogiochi erano note da tempo. Il dito viene puntato contro la rete Internet che, con la diffusione del “peer-to-peer” e dei circuiti legali per l’acquisto di materiale audiovisivo avrebbero posto le basi per il fallimento di realtà come Blockbuster.
Molti osservatori criticano però l’atteggiamento troppo “passivo” dell’azienda: Blockbuster sarebbe stata a guardare per troppo tempo, forte dei successi posti a segno nel passato. Alcuni fanno presente come il “gigante del videonoleggio” non si sia adeguato ai tempi che corrono mettendo in campo iniziative capaci di conservare la competitività dell’azienda.
L’anno scorso Blockbuster aveva tentato il lancio di un suo “set-top box“, apparecchio elettronico destinato ad aggiungere numerose funzionalità al televisore, ed il servizio “On Demand“. Anche un accordo con Samsung mirava alla promozione del servizio per la visione “su richiesta” dei principali titoli offerti da Blockbuster attraverso l’integrazione di “On Demand” nei prodotti commercializzati dalla società coreana.
Un treno forse preso troppo tardi visti i successi riscossi, proprio grazie alla Rete, da Netflix, Apple iTunes ed Amazon. Con la “Google TV” (ved. questi articoli) e le prime prove di “pay-per-view” su YouTube (ved. questa news e questo articolo) ormai alle porte.
Per proteggersi dai creditori (la società è indebitata per circa 1 miliardo di dollari), Blockbuster farà leva sulle procedure previste nel cosiddetto “Chapter 11“, normativa statunitense che offre alle imprese un appiglio per la ristrutturazione aziendale in seguito a gravi problemi finanziari.
L’azienda, secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale da poco diramato, guarda alla sua completa ristrutturazione che dovrebbe permette di ridurre drasticamente il debito maturato sino ad oggi. Il CEO di Blockbuster, Jim Keyes ha osservato che “dopo la ricapitalizzazione si cercherà di sfruttare la forte posizione strategica di cui gode la società, il suo marchio ben conosciuto, la vastissima libreria composta da oltre 125.000 titoli“.
Blockbuster, nonostante il periodo di crisi nera, ha comunque continuato a stringere accordi con le principali case di produzione cinematografici. E nonostante i debiti. Secondo quanto riferiscono le fonti d’Oltreoceano, Blockbuster dovrebbe a 20th Century Fox più di 21 milioni di dollari, a Warner Home Video circa 19 milioni, a Sony Pictures più di 13 milioni, a Walt Disney 8,5 milioni, agli Universal Studios più di 8 milioni e così via.
Blockbuster continuerà ad operare in tutto il mondo con i suoi punti vendita, anche in Italia, ma ognuno di essi sarà comunque soggetto alle attività di valutazione da parte dei responsabili dell’azienda.