Questo fine settimana BitTorrent ha compiuto vent’anni. Creato da Bram Cohen ha rivoluzionato il modo di condividere contenuti su Internet introducendo un nuovo sistema per la condivisione dei file in modalità peer-to-peer (P2P).
BitTorrent resta popolare ancora oggi tanto che non si contano i client che permettono di collegarsi alla rete e ottimizzare i trasferimenti: qBittorrent è tra i migliori client.
Due anni prima (nel 1999) Napster aveva gettato le basi di una nuova modalità per la condivisione e la distribuzione dei file. Successivamente iniziarono a diventare molto popolari anche eDonkey e il suo successore eMule.
BitTorrent si distingueva dai suoi concorrenti concentrandosi sulle performance e sulla decentralizzazione. Invece di scaricare file da un singolo host remoto, il protocollo BitTorrent consente di ricevere potenzialmente frammenti dello stesso file da migliaia di utenti in contemporanea fino alla completa conclusione del download.
Nell’era delle connessioni dial-up BitTorrent rappresentò una vera rivoluzione anche perché permise di risparmiare sui costi e ai distributori di contenuti di impegnare molta meno banda di rete.
BitTorrent è infatti generalmente accostato alla distribuzione non autorizzata di contenuti coperti da copyright ma in sé è un mezzo assolutamente legittimo che ancora oggi aiuta a velocizzare la distribuzione e il download di tanti software pesanti. Basti pensare che le principali distribuzioni Linux sono diffuse in maniera ufficiale anche attraverso BitTorrent.
La rete BitTorrent è comunque utilizzata anche da organizzazioni come Facebook e Google, dalla NASA e più di recente anche da OpenStreetMap che ha messo a disposizione alcuni indirizzi Torrent per scaricare le versioni aggiornate delle sue mappe.
La popolarità di BitTorrent era sconfinata almeno fino a qualche anno fa tanto che al volgere del secolo si stimava che un terzo di tutto il traffico Internet passasse attraverso la sua rete.
Cohen ha da sempre rigettato ogni accusa di favorire in qualche modo la diffusione della pirateria digitale e anzi ha trasformato il suo lavoro in una startup, BitTorrent Inc., che nel 2007 ha lanciato uno store multimediale in collaborazione con gli studios di Hollywood. Lo store non si è però rivelato redditizio quindi si è deciso di chiuderne i battenti.
Negli anni seguenti BitTorrent Inc. si è concentrata nell’aiutare gli artisti a promuovere i loro contenuti anche attraverso BitTorrent Now, iniziativa che ancora prosegue.
Nel 2006 l’azienda di Cohen ha acquisito il client uTorrent dallo sviluppatore svedese Ludvig Strigeus: nonostante diverse controversie che lo hanno visto protagonista (soprattutto l’installazione di molteplici componenti superflui o indesierati) uTorrent rimane il client Torrent dominante.
Nel 2018 Cohen ha lasciato l’azienda una volta venduta alla Fondazione TRON per diventare una delle risorse trainanti della criptovaluta Chia.
Quale futuro per BitTorrent
Nel corso degli ultimi anni BitTorrent ha perso progressivamente l’interesse degli utenti anche se ancora oggi sono milioni coloro che in tutto il mondo usano la rete peer-to-peer.
Il futuro del protocollo ha a che fare con IPFS, InterPlanetary File System: si tratta di una rete decentralizzata che permette agli utenti di rendere reciprocamente disponibili i file più utili. Sfruttando IPFS si possono allestire veri e propri siti web che non hanno sede su un unico server ma sono “distribuiti” da un insieme di persone, esattamente come fanno gli utenti BitTorrent quando condividono qualsiasi file.
I siti web diventano quindi completamente decentralizzati e restano raggiungibili finché almeno un host che lo ospita resta collegato alla rete.
Si tratta di un approccio che permette di scongiurare qualunque perdita o corruzione dei dati, che permette l’archiviazione e la condivisione di grandi volumi di dati, che resiste alla censura ed altri tentativi di esclusione di un sito web dalla rete.
Anche se IPFS deve essere installato e configurato se un utente desidera trasformare un proprio dispositivo in un nodo della rete sono disponibili gateway IPFS che facilitano l’accesso ai vari siti usando URL personalizzati.
Cloudflare ha annunciato il supporto di IPFS che viene oggi considerato anche come un ottimo supporto, in ottica futura, per la gestione dei token NFT.