Le applicazioni benchmark, com’è noto, sono dei test “preconfezionati” che permettono di misurare le prestazioni di un qualunque dispositivo e di ottenere un giudizio numerico riassuntivo.
Dal momento che il test (benchmark) viene eseguito allo stesso modo su tutti i dispositivi, la valutazione offerta si rivela un ottimo metro di paragone fra un dispositivo e l’altro.
Benchmark Android: quanto sono utili
Le app benchmark per Android sono molto utili per confrontare le prestazioni garantite dal proprio dispositivo mobile con quelle garantite dagli altri prodotti disponibili sul mercato.
I risultati forniti dai benchmark Android – come peraltro quelli restituiti da qualsiasi altro benchmark – vanno comunque presi con le pinze: le ottimizzazioni software aiutano moltissimo a “guadagnare punti”.
I produttori più abili nella fase di ottimizzazione del software, quindi, possono porsi in evidenza nei test, anche rispetto a dispositivi dotati di hardware leggermente superiore.
Basti pensare che fra gli Apple iPhone e i dispositivi a cuore Android (top di gamma) c’è spesso un’enorme differenza in termini di hardware (a vantaggio di questi ultimi).
Tutto dipende dall’ottimizzazione lato software: iOS non è affatto frammentato e gli sviluppatori possono contare su un sistema operativo che è praticamente identico su tutti i device in circolazione. Su Android, invece, le tantissime versioni del sistema operativo che ci sono in giro non permettono agli sviluppatori di ottimizzare le loro app.
Nonostante con Android 6.0 Marshmallow e Android 7.0 Nougat siano stati compiuti decisi passi in avanti soprattutto al fine di un più ragionato utilizzo della batteria, iOS è molto più severo nel ridurre al minimo i processi mantenuti costantemente in esecuzione.
E mentre iOS (di derivazione UNIX) è un sistema operativo che utilizza codice compilato per gli specifici device Apple, Android poggia sul kernel Linux 3.0 (dalla release 4.0 in avanti) e su una virtual macchine (Dalvik, poi sostituita da ART; vedere Android diventa più veloce con il nuovo “motore” ART).
La “libertà” di installare Android su una pletora di dispositivi completamente differenti l’uno dall’altro, senza le limitazioni che Apple impone “di fabbrica”, implica che il codice non possa essere sempre ottimizzato per il singolo device.
Ecco quindi la necessità di sopperire con hardware più prestazionale ed ecco perché Apple, con i suoi iPhone, riesce a garantire prestazioni di primo piano seppur usando componenti sulla carta meno performanti rispetto ai modelli “punte di diamante” sul versante Android.
Il risultato benchmark, quindi, è ampiamente influenzato dalle ottimizzazioni software applicate sui vari dispositivi. In ogni caso, ciò che conta è che l’utilizzo del device sia fluido e che il dispositivo permetta di svolgere, senza difficoltà, le operazioni che ci si prefigge di eseguire.
Durante l’avvio di un qualunque benchmark Android è bene astenersi dall’utilizzare il dispositivo mobile e, inoltre, disattivare temporaneamente il blocco automatico del device. Vellamo (vedere più avanti), ad esempio, interrompe l’attività di benchmarking ogniqualvolta il dispositivo dovesse essere bloccato.
Per ottenere responsi più aderenti alla realtà, inoltre, si dovrebbero eseguire i benchmark dopo aver riavviato il dispositivo (senza altre app in esecuzione) e “a smartphone freddo” (l’innalzamento delle temperature è nemico delle performance…).
Smartphone Android più veloce: AnTuTu Benchmark
Una delle app più affidabili per scoprire qual è lo smartphone Android più veloce o comunque per capire come si rapporta il dispositivo in proprio possesso con gli altri disponibili sul mercato, è senza dubbio AnTuTu Benchmark.
Scaricabile gratuitamente da questa pagina, AnTuTu dispone del database di dispositivi più ricco in assoluto.
Dopo aver effettuato il test del proprio dispositivo Android, è possibile scoprire a colpo d’occhio qual è lo smartphone Android più veloce.
Una volta scaricata l’app benchmark, è necessario cliccare su Intall&Test quindi scaricare dal Play Store anche l’app 3DBench.
Tale app permette di provare le prestazioni del dispositivo mobile durante le attività di rendering 3D.
È necessario un download separato perché gli sviluppatori di AnTuTu aggiornano con una certa frequenza l’app principale, più leggera. 3DBench, in forza dei test che deve eseguire, è ben più pesante (oltre 72 MB); spezzare l’app benchmark in due permetterà di risparmiare banda preziosa e ridurre il consumo dati con la connettività su rete mobile.
Toccando l’icona Ranking, si ottiene la classifica completa di AnTuTu; scorrendola, si potrà immediatamente individuare come il proprio device si rapporta con gli altri.
Selezionando il piccolo pulsante Compare accanto ad uno qualunque dei dispositivi in elenco, si può scoprire per quali settori il proprio dispositivo riesce a primeggiare e in quali, invece, è più carente.
Benchmark Android con Geekbench
Un altro benchmark Android davvero molto “gettonato” è Geekbench.
Nel suo “catalogo” si trovano frequentemente anche dispositivi mobili non ancora usciti sul mercato. È quindi possibile farsi un’idea di quelle che sono le prestazioni del proprio smartphone rispetto ad altri device o a prodotti non ancora ufficialmente lanciati.
Geekbench, inoltre, propone test basati su scenari di utilizzo concreti: inutile sottoporre a benchmarking attività che si svolgono raramente.
Ogni prova, poi, è multi-core aware: ove necessario, cioè, l’app benchmark può utilizzare tutti i core offerti dal SoC installato.
Scaricabile da questa pagina nella sua versione più recente, anche Geekbench offre il giudizio finale come valore assoluto. La valutazione, però, si riferisce all’utilizzo del processore sia in modalità multi-core che single-core.
Toccando il pulsante in alto a sinistra, quindi scegliendo la voce Device, Geekbench restituisce i principali dettagli tecnici sul dispositivo mobile Android in uso (modello, piattaforma, sistema operativo, processore, velocità di clock, memoria, GPU, risoluzione e densità dello schermo).
Il pulsante Run CPU benchmark consente di mettere alla prova il processore e valutarne le prestazioni complessive; selezionando la scheda Compute quindi scegliendo lo stesso comando, si potrà effettuare un test delle prestazioni garantite dalla sezione grafica (GPU).
Al termine delle rilevazioni, la scheda Result indica i valori stabiliti durante i test da Geekbench mentre toccando su Single-core e Multi-core, è possibile confrontare le prestazioni con quelle fatte evidenziare dai dispositivi “concorrenti”, sia usando un singolo core che avvalendosi di più core per le elaborazioni.
Un benchmark Android alternativo: Vellamo
Merita una menzione tra i benchmark più validi anche Vellamo Mobile Benchmark.
È bene tenere presente che l’applicazione è stata sviluppata da Qualcomm e che, come suo fiore all’occhiello, vanta l’illustrazione dettagliata di tutti i test effettuati.
Rispetto ai benchmark Android citati in precedenza, Vellamo – scaricabile cliccando qui – consente di svolgere delle prove non previste in altre app della sua stessa categoria.
Innanzi tutto, dopo l’installazione, Vellamo consente di ottenere tutti i dettagli sul proprio dispositivo mobile effettuando un’operazione di swiping e portandosi nella scheda Strumenti.
Dalla schermata principale, poi, è possibile eseguire un test dei browser installati così da capire come si comporta il proprio smartphone nel rendering delle pagine web e quale browser è il più veloce per la navigazione online.
Il test è avviabile toccando Esegui, non prima di aver scelto il browser o i browser da mettere alla prova.
Il risultato finale viene elaborato previo svolgimento di una serie di test, molto differenti l’uno dall’altro e facenti leva su diverse librerie.
Le performance dello smartphone durante l’utilizzo dei browser vengono verificate avviando in locale un agile server web che viene usato per generare le pagine usate per le varie prove.
Il test Metal, anch’esso accessibile dalla schermata principale di Vellamo, permette di verificare le performance del dispositivo in modalità single core. È infatti cosa assai comune l’utilizzo di un singolo core per l’espletamento delle varie attività ed è quindi importante che il dispositivo Android sia veloce in modalità single core.
Le varie prove prevedono anche la verifica della velocità della memoria: la velocità di I/O incide direttamente sul tempo di caricamento delle app.
L’ultimo test (Multicore) è ancora in fase “beta” e permette di stabilire quanto efficacemente cooperano i vari core per portare a termine un compito comune.
Vellamo consiglia di non svolgere il test quando il dispositivo è già surriscaldato perché, ovviamente, in questi casi, non si otterranno i risultati migliori dal momento che la potenza del processore viene automaticamente “ridimensionata” per far fronte all’aumento delle temperature.
Tutti i dati tecnici sul dispositivo Android con CPU-Z
CPU-Z per Android (scaricabile cliccando qui) è l'”alter ego” dell’apprezzato programma da anni disponibile per i sistemi Windows (vedere, ad esempio, Memoria RAM, come sceglierla e quando estenderla).
Una volta installato e avviato, CPU-Z restituisce tutti i dati – in tempo reale – sul funzionamento del dispositivo mobile: velocità di clock istantanea dei vari core, carico complessivo della CPU, velocità di clock della GPU, memoria RAM disponibile, virtual machine Java in uso (Dalvik o ART), tempo di accensione del dispositivo, stato della batteria, temperatura della batteria e di tutte le componenti hardware, dati rilevati dai sensori e così via.
Passando con un’operazione di swiping verso destra o sinistra, può accadere che CPU-Z sembri bloccato per qualche istante. Tutto sotto controllo: è l’applicazione che, nella versione gratuita, procede con il caricamento di un’inserzione pubblicitaria a schermo intero.