Nell’attesa di conoscere la decisione dei giudici del TAR del Lazio in merito al ricorso presentato da TIM, che richiede l’annullamento della procedura di gara indetta da Infratel, l’ex monopolista rivela che non presenterà alcuna offerta nell’ambito del secondo bando.
TIM, quindi, non si offrirà di realizzare le infrastrutture di rete per portare la banda ultralarga nelle aree bianche (note anche come “a fallimento di mercato”) di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia Autonoma di Trento.
“La scelta della società è coerente con quanto già comunicato a suo tempo al Ministero dello Sviluppo Economico e a Infratel“, si legge in un comunicato ufficiale.
A questo punto, Enel Open Fiber potrebbe avere campo libero mentre nelle risultanze di gara del primo bando per la copertura delle aree bianche di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto, TIM aveva confermato la sua partecipazione (vedere Banda ultralarga dove c’è digital divide: Enel sfida TIM).
La società guidata da Flavio Cattaneo conferma invece l’impegno per portare la sua connettività in fibra ottica presso il 95% delle abitazioni entro il 2019.