Abbiamo più volte spiegato com’è possibile ottenere informazioni sulla banda larga in Italia ed in particolare sulla copertura pianificata con tecnologia ADSL o in fibra ottica.
Nell’articolo Copertura ADSL e fibra ottica Telecom aggiornata, abbiamo presentato tutte le risorse più aggiornate che permettono di stabilire se e quando un’area geografica verrà raggiunta dalla connessione a banda larga (ADSL) o ultralarga (fibra ottica).
I documenti pubblicati sul sito Wholesale di TIM consentono infatti di conoscere la copertura di ADSL e fibra, sia quella attuale che, soprattutto, quella pianificata.
Nei file relativi alle coperture pianificate è indicato il mese o il trimestre in cui la zona geografica corrispondente potrà godere del servizio a banda larga od ultralarga.
Per avere un riscontro sulla copertura ADSL, basta fare clic su Bitstream quindi su ADSL su DSLAM ATM/Ethernet da Centrale e da Armadio selezionando pianificata o attiva.
Per consultare la copertura attuale e pianificata per quanto riguarda la fibra ottica (FTTC/FTTH), basta invece cliccare su Bitstream NGA e VULA.
Nel caso della copertura in fibra ottica, oltre alle centrali raggiunte dal servizio si potranno poi controllare i singoli armati stradali già raggiunti o che verranno “coperti”.
L’articolo Copertura ADSL e fibra ottica Telecom aggiornata contiene comunque i collegamenti diretti per il download dei vari file relativi sia alla copertura attuale che a quella prevista.
Per raccogliere rapidamente informazioni, è possibile fare riferimento a questo sito e cliccare sulle schede Copertura DSL e Copertura in fibra ottica.
Si otterranno così, rapidamente, non soltanto indicazioni sulla copertura attuale ma anche su quella pianificata.
Nel corso dei nostri test, le informazioni restituite dal servizio si sono rivelate sempre corrette ed affidabili.
Quando saranno coperte le aree interessate dal problema del digital divide?
Le aree del Paese “digital divise” sono quelle zone in cui non è possibile attivare alcun tipo di collegamento a banda larga.
Va detto che in molti casi, quando neppure TIM (ex Telecom Italia) mette a disposizione una connessione a banda larga, anche di “taglio” minimo (in alcune aree sono stati installati i cosiddetti zainetti o Mini CAB, dispositivi che non consentono di andare oltre i 640 kbps in downstream; vedere anche Distanza dalla centrale ADSL: ecco come calcolarla), è possibile ottenere una connessione a banda larga in modalità wireless, rivolgendosi a provider locali che offrono la connettività con HiperLAN, WiMAX o LTE (vedere Internet ADSL con o senza Telecom: come scegliere il provider e Scegliere il provider Internet, alcuni suggerimenti).
È bene informarsi attentamente perché non è infrequente scoprire che la propria area geografica, altrimenti digital divisa, è raggiunta in modalità wireless con collegamenti punto-punto, spesso simmetrici (stesso taglio di banda sia in downstream che in upstream).
Le aree affette da digital divide vengono chiamate aree bianche (cluster C e D): si tratta di zone in cui le infrastrutture per la fornitura del servizio di connettività a banda larga sono inesistenti ed è poco probabile che vengano allestite nel giro dei successivi tre anni.
In tali aree (oltre che nelle aree grigie e nere), è previsto l’intervento pubblico: Infratel Italia, società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico che sovrintende la diffusione della banda larga nel nostro Paese con particolare attenzione alle aree interessate dal problema del digital divide, attingendo a fondi statali ed europei, sta via a via preventivando gli interventi da realizzare lungo l’intero Stivale.
Come spiegato nell’articolo Infratel, fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato, sul sito della società, raggiungibile cliccando qui, viene indicata – comune per comune – la copertura attuale a banda larga ed ultralarga e lo stato di avanzamento dei lavori per arrivare al 100% nel 2020, come da indicazioni europee.
La voce Popolazione raggiunta da banda larga 2-20 Mbps, si riferisce alla ADSL tradizionale o ad altre tecnologie wireless.
Questi gli altri termini utilizzati:
FTTN: la fibra termina presso un nodo intermedio della rete di accesso su portante fisico (rame) esistente oppure presso un nodo di sistemi di accesso su portante radio.
FTTDP: la fibra termina presso un punto di terminazione ottico (Distribution Point) posto a distanza minore o uguale a 50 metri dall’unità immobiliare.
FTTB: la fibra termina presso un punto di terminazione ottico posto alla base dell’edificio che ospita l’unità immobiliare.
FTTH: la fibra termina presso un punto di terminazione ottico interno all’unità immobiliare.
FTTH (Fiber-to-the-Home) è per il momento prerogativa delle sole città più grandi e popolose (la fibra arriva fino al modem dell’utente finale), mentre TIM punta molto sulla fornitura dell’accesso in fibra FTTC (Fiber-to-the-Cab) che permette l’erogazione del servizio a banda ultralarga anche nelle località periferiche e nei paesi di più piccole dimensioni.
In modalità FTTC viene infatti coperto l’armadio stradale (generalmente non dista più di 300 metri dall’immobile da servire) mentre per l'”ultimo miglio” si usa l’esistente collegamento in rame.
Per ciascun comune, inoltre, sempre attingendo al sito di Infratel Italia, è possibile sapere quali interventi sono in corso di realizzazione o quali sono stati programmati utilizzando fondi pubblici.
Gli utenti che risiedono o gestiscono un’attività nelle aree bianche o a fallimento di mercato possono consultare questo documento.
Per ciascuna località digital divisa viene indicata l’ammissibilità al piano pubblico per la realizzazione delle infrastrutture a banda larga/ultralarga (ultima colonna).
Viene indicato anche se l’intervento pubblico sia o meno in fase di completamento e per le aree parzialmente infrastrutturate è riportata la percentuale di copertura prevista.
Maggiori informazioni sono riportate in questa pagina.
In questo quadro, l’annuncio della discesa in campo di Enel potrebbe aiutare a sveltire e snellire la copertura di nuove aree con la fibra ottica.
Enel, infatti, metterà infatti a disposizione degli operatori di telecomunicazioni interessati le sue infrastrutture per portare la banda ultralarga ai clienti finali.
Il ruolo della società non sarà quello di un provider: Enel porterà i cavi in fibra agli utenti ma, presumibilmente, si limiterà al tratto compreso tra cabina/armadio e contatore (vedere Fibra ottica Enel, accordo fatto con Vodafone e Wind).
Il quadro, comunque, non è ancora chiaro; maggiori informazioni arriveranno di certo nei prossimi mesi.