Open Fiber è la società chiamata a realizzare la rete pubblica a banda ultralarga (BUL) per conto dello Stato. Si tratta infatti del soggetto (equamente compartecipato da Enel e Cassa Depositi e Prestiti) che ha vinto tutti i bandi ministeriali per la realizzazione della rete interamente in fibra ottica nelle aree bianche d’Italia (altrimenti conosciute come “a fallimento di mercato”).
L’obiettivo del piano BUL 2015-2020 era di arrivare a coprire il 25% della popolazione italiana con connessioni a banda ultralarga entro la fine di quest’anno (almeno al 75% con architettura FTTH, Fiber-to-the-Home).
Infratel Italia, società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), è il soggetto che ha titolo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori della concessionaria Open Fiber. Di recente Infratel ha contestato un certo ritardo accumulato da Open Fiber nella realizzazione delle varie tratte (Banda ultralarga: i risultati conseguiti nelle aree bianche non sono soddisfacenti secondo Infratel) e ha chiesto all’azienda di condividere un piano d’azione per far fronte alle criticità sin qui lamentate.
Cosa sono i PCN
Dal 6 luglio 2020, sul sito del progetto BUL (recentemente riprogettato: Banda ultralarga: ecco lo stato dei cantieri), Infratel ha cominciato a pubblicare le informazioni riguardanti il posizionamento dei PCN della rete pubblica in fibra ottica per ciascuna area geografica.
Acronimo di Punto di Consegna Neutro un PCN è il punto della rete che fornisce accesso alle infrastrutture realizzate da Open Fiber da parte di tutti gli operatori di telecomunicazioni che poi venderanno i servizi ai clienti finali.
“Tutte le unità immobiliari/Comuni afferenti al PCN di interesse possono usufruire dei servizi a banda ultralarga solo quando il PCN di interesse è installato“, spiega Infratel. “La Direttrice identifica l’appartenenza di un Comune ad una delle ramificazioni della rete primaria a partire dal Comune che è sede del Punto di Consegna Neutro (PCN). Ogni aggregato di Comuni ha quindi un unico Comune sede di PCN e tutti gli altri Comuni appartenenti ad una direttrice“. Da oggi è possibile accertare a quale PCN fa riferimento un comune o un’unità immobiliare semplicemente consultando il sito BUL.
A uno stesso PCN sono collegati tutti gli elementi a valle utilizzati per portare la connessione ultrabroadband agli abbonati (anche le antenne usate per il servizio FWA nelle aree rurali).
Il sito BUL, oltre allo stato di avanzamento dei lavori Open Fiber, da oggi visualizza la mappa dei Comuni oggetto di intervento diretto Infratel in tecnologia FTTC (Fiber-to-the-Cabinet, cavo fibra fino all’armadio stradale) per un totale di 669 Comuni.
Come Open Fiber intende velocizzare i lavori di realizzazione della rete pubblica
Open Fiber ha presentato a Infratel, come richiesto, una serie di azioni correttive che sono già state messe in atto al fine di accelerare i lavori di copertura in banda ultralarga. Il piano di azione Open Fiber (a supporto del piano 2020-2023) contiene una serie di rassicurazioni rispetto all’incremento delle risorse mobilitate a livello di sistema e all’aumento della produttività complessiva.
Tra gli obiettivi il completamento della copertura in banda ultralarga dei due terzi (65%) delle unità Immobiliari entro il 2021; del 92% entro il 2022. Il piano BUL comporta la realizzazione di circa 80.000 km di infrastruttura complessivi; nel corso del solo mese di giugno 2020 ne sono stati realizzati da Open Fiber oltre 1.500 km.
Sul piano delle iniziative di innovazione tecnica e digitalizzazione, Open Fiber annuncia di aver utilizzato un cavo multifibra dal CNO (“centro nodale ottico”) verso le utenze, con l’utilizzo di diramatori. In fase di realizzazione i diramatori vengono posizionati come “marker” degli edifici coperti.
Il CNO è il punto di splitting della rete passiva GPON/FTTH che collega fino a 256 unità immobiliari.
Per accelerare il completamento dei lavori, l’operatore di telecomunicazioni ha poi adottato l’installazione e l’uso di mini-PCN che permette di attivare immediatamente, senza ritardi, la tratta secondaria realizzata.
Il sito BUL aggiornato di recente offre anche le indicazioni su questi nuovi mini-PCN.
Dal 6 luglio 2020, inoltre, Open Fiber ha avviato i collaudi da remoto mediante l’uso di smart glass: la realtà aumentata in questo caso aiuta a creare in tempo reale una sorta di “cabina virtuale” utilizzabile dall’operatore Infratel per interagire a distanza e svolgere tutte le verifiche del caso.
Si è inoltre passati all’utilizzo di micro-trincee in luogo delle precedenti mini-trincee per la posta dei cavi in fibra ottica. In questo modo è possibile ridurre la sezione e la profondità di scavo semplificando le attività di riempimento e minimizzando la necessità di ripristini del piano stradale.
Open Fiber continua però a lamentare un punto che resta critico nonostante le misure di semplificazione adottate: l’ottenimento dei permessi di costruzione, con particolare riguardo alla numerosità degli attori coinvolti, alla rigidità di alcuni di essi che “hanno un impatto sistemico” (ANAS, RFI, Sovrintendenze, alcune Province).
L’azienda fa altresì presente che un numero rilevante di Comuni – circa 500 ad oggi fra quelli in lavorazione – richiede di effettuare ripristini delle carreggiate in misura più ampia rispetto a quanto previsto dal decreto scavi o impongono tale modalità di ripristino come precondizione al rilascio dei permessi. “Ciò comporta per Open Fiber un fortissimo aumento dei costi o in alternativa la necessità di avviare contenziosi che implicano un significativo allungamento dei tempi di realizzazione“, si legge nel report trasmesso a Infratel.