Dopo la sanzione irrogata nei confronti dei quattro principali operatori di telefonia mobile (Antitrust, multa da 5,1 milioni a TIM, 3, Vodafone e Wind), l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) si appresta ad approvare una regolamentazione che consenta di arginare il fenomeno dell’attivazione di servizi premium all'”insaputa” dell’utente.
Gli operatori telefonici hanno infatti stretto degli accordi con alcune società che forniscono contenuti a pagamento. Quando l’utente clicca su un elemento presente in una normale pagina web utilizzando la connessione dati dell’operatore di telefonia mobile, oggi può ritrovarsi inconsapevolmente abbonato ad un costoso servizio premium (oroscopi, meteo, giochi, quiz, suonerie,…). Sulla base dell’accordo stipulato, la società che commercializza il servizio premium ha la facoltà di richiedere l’addebito sull’utenza telefonica che risultava associata all’indirizzo IP dal quale è partita la richiesta di abbonamento.
Stop agli addebiti per l’attivazione di servizi premium non richiesti
L’AGCOM ha proposto un nuovo regolamento che mira ad ottenere l’esplicita autorizzazione da parte degli utenti per l’eventuale attivazione di un servizio premium sulla linea telefonica mobile. Per liberare gli utenti da inutili addebiti sarebbe sufficiente richiedere obbligatoriamente la digitazione del proprio numero telefonico. In questo modo, un semplice “tocco” durante la navigazione sul web dal dispositivo mobile non basterebbe più per attivare un abbonamento.
Dettagli degli addebiti in bolletta
Come rilevato anche in questo documento, l’AGCOM fa presente che l’attivazione dei servizi premium non richiesti è spesso stata accertata dagli utenti solamente esaminando le voci presenti in fattura oppure attraverso un contatto diretto con i call center degli operatori di telefonia mobile.
L’autorità italiana ha quindi ritenuto opportuno iniziare a valutare l’approvazione di una disposizione che imponga agli operatori di dettagliare adeguatamente gli addebiti, sia in forma cartacea che elettronica.
L’attivazione di un servizio premium dovrà essere indicata insieme con la data e l’ora in cui l’operazione è avvenuta, il rispettivo costo, la durata minima del contratto, la modalità con cui si è fornito il consenso informato e così via. “Tale livello di dettaglio consentirà la verifica da parte del contraente della perfetta corrispondenza fra quanto addebitato e quanto derivante dal consumo calcolato in base alle condizioni contrattuali sottoscritte“, osserva l’AGCOM.
Gli utenti, inoltre, dovranno poter accedere a procedure di rimborso vecoli, in special modo nei casi in cui questi lamentassero l’attivazione di offerte premium mai attivate in maniera volontaria.
Banda minima garantita dai provider in download ed in upload
Sempre in materia di “trasparenza della bolletta”, l’AGCOM ha poi precisato che i provider e gli operatori di rete dovranno essere obbligati ad indicare in fattura la banda minima garantita in download ed in upload.
La nuova disposizione riguarderebbe solamente gli accessi da postazione fissa; nel caso degli operatori di telefonia mobile, viene proposto di inserire un riferimento agli strumenti per la verifica della bontà della connessione (MisuraInternet).
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