Diciamolo subito. Le attuali implementazioni degli assistenti vocali non ci fanno letteralmente strappare i capelli anche se, con il trascorrere del tempo, i vari prodotti messi a disposizione da Google, Amazon, Apple, Microsoft e Samsung hanno fatto immensi passi in avanti.
Purtroppo le versioni in italiano dei vari assistenti vocali restano sempre una spanna più in basso rispetto ai corrispondenti USA ma a poco a poco anche le funzionalità più evolute vengono attivate anche nel nostro Paese.
Ad oggi buona parte dei possessori di uno smartphone Android o iOS non conosce dell’esistenza di un assistente vocale integrato nel suo dispositivo o comunque ne ha fatto un utilizzo estremamente saltuario.
Ma allora quando diventa utile un assistente vocale? Secondo noi sono essenzialmente tre i campi di utilizzo in cui un assistente vocale diventa davvero utile:
– Mentre si è alla guida
– Per la gestione dei dispositivi smart di casa o dell’ufficio
– Per impostare le cosiddette routine
– Integrato negli smart speaker, per rispondere ai quesiti dell’utente
L’assistente digitale, com’è noto, si attiva pronunciando un apposito comando, ad esempio OK, Google, Hey Google, Alexa!, Hey Cortana e così via.
I più famosi sono e utilizzati sono i seguenti: Alexa, Siri, Google Assistant, Cortana e Bixby.
Ciascuno di essi, una volta attivato, è in grado di riconoscere le parole pronunciate dall’utente (vengono di solito trasformate in testo; funzionalità speech-to-text) e grazie all’intelligenza artificiale residente sul cloud, quindi sui server del produttore, di reagire alle richieste di volta in volta avanzate.
Grazie al machine learning e all’utilizzo di algoritmi sempre più perfezionati ed efficienti, l’intelligenza artificiale è sempre più abile nel carpire la semantica ovvero il significato di ciascuna frase pronunciata dagli utenti.
Ciò che si sta facendo è gettare le basi per dispositivi ancora più intelligenti che debutteranno in futuro: in questo senso la combinazione degli assistenti vocali con intelligenza artificiale e robotica apriranno la strada a scenari sino ad oggi battuti solo in alcune pellicole di fantascienza.
Ovvio che un robot capace di “comprendere” e reagire alle richieste avanzate dagli utenti attivandosi in proprio per risolvere problemi e coadiuvare le attività da svolgere a casa o in ufficio cambierà davvero lo scenario. Molto di più rispetto a un semplice smart speaker che ricorda qual è la capitale di un certo Paese o riproduce una canzone su richiesta.
Con Google Duplex si è già mostrato che l’assistente virtuale può trasformarsi in un segretario tuttofare ad esempio prendendo appuntamenti per conto dell’utente: Google Duplex in prova per un numero ristretto di utenti: l’assistente si occupa delle prenotazioni telefoniche.
Il fatto che un’intelligenza artificiale possa effettuare una chiamata e prenotare un tavolo al ristorante, una visita specialistica, un volo aereo, un taglio di capelli e così via (attenendosi alle indicazioni impartite) occupandosi di effettuare la chiamata, interagire con l’interlocutore grazie alla sua voce sintetizzata, gestire imprevisti durante la telefonata o la richiesta di maggiori informazioni è senza dubbio davvero stupefacente.
Google Duplex è per il momento utilizzabile solo dagli utenti statunitensi ma in futuro potrebbe arrivare anche in Italia, una volta superate le difficoltà dovute alla lingua. Ma visto che c’è in cantiere anche qualcosa come Translatotron (Google presenta Translatotron, per tradurre all’istante da una lingua all’altra), gli ostacoli dovrebbero essere senza dubbio superabili.
Tra l’altro fonti interne all’azienda di Mountain View hanno anticipato che Duplex potrà essere utilizzato anche da web trasformandosi in un vero e proprio segretario, attivabile quindi anche da PC e notebook.
Prendendo le mosse da Duplex, in Europa dovrebbe presto debuttare la funzionalità Call screening che, una volta impostata, permette di fare in modo che sia l’intelligenza artificiale di Google a rispondere alle chiamate e trascrivere in forma testuale tutto quanto pronunciando durante il dialogo con l’interlocutore remoto: Il filtro chiamate di Google forse arriverà anche in Europa: cos’è e come funziona.
C’è già una pagina di supporto in italiano per la funzionalità Call screening o Filtro chiamate: l’arrivo in Italia non dovrebbe quindi essere lontano.
Il consiglio è quello di tenere d’occhio le impostazioni dell’app Telefono di Google in una prima fase soprattutto sui dispositivi Android One.
Nell’articolo Assistente Google migliora ancora e risponde ai comandi vocali in italiano abbiamo visto ciò che Google Assistant, ovvero l’assistente vocale della società fondata da Larry Page e Sergey Brin è in grado di fare.
Recentemente LoupVentures ha provato a stabilire quale sia il migliore assistente vocale in assoluto. Nel complesso, il prodotto che è risultato più efficace è Google Assistant che avrebbe risposto correttamente quasi l’88% delle volte superando abbondantemente Siri (75% circa), Alexa (73%) e Cortana (63%).
L’assistente digitale di casa Google avrebbe compreso il quesito nel 100% dei casi, cosa che non sarebbe accaduta con gli altri prodotti.
Certo è che l’indagine di LoupVentures ha dei limiti perché mal si adatta al mercato italiano e, com’è noto, il comportamento di un assistente vocale migliora nel corso del tempo: più lo si utilizza, più puntuali, corrette e pertinenti saranno le risposte ottenute.
Come usiamo noi un assistente vocale
Inutile spendere parole su tutto ciò che può fare oggi un assistente vocale. Preferiamo invece concentrarci sulle modalità con le quali utilizziamo noi gli assistenti vocali.
Come accennato in apertura, da parte nostra usiamo l’assistente vocale soprattutto quando ci troviamo alla guida e l’utilizzo diretto dello smartphone, oltre che proibito per legge, sarebbe estremamente pericoloso dal punto di vista della sicurezza.
Pronunciando la “frase magica” che attiva l’assistente digitale, è possibile gestire il dispositivo senza mai toccare lo smartphone.
Anche chi non utilizzasse un display Android Auto in auto può servirsi dell’omonima applicazione per ottenere indicazioni stradali, farsi leggere i messaggi in arrivo e rispondere, riprodurre brani musicali e gestire lo streaming, il tutto usando unicamente istruzioni vocali: Android Auto: cos’è e come funziona.
Nei prossimi mesi, l’app Android Auto per gli smartphone verrà abbandonata da Google ma tutte le sue funzionalità entreranno a far parte dell’assistente vocale Google Assistant: Android Auto: Google abbandonerà l’app per smartphone.
Tutti i principali assistenti vocali, inoltre, permettono di gestire i dispositivi smart installati a casa o in ufficio.
Come abbiamo visto nell’articolo Smart home: alcuni dispositivi per gestire a distanza la casa o anche l’ufficio oggi c’è davvero l’imbarazzo della scelta in fatto di dispositivi intelligenti, capaci di collegarsi al router WiFi e di abilitare funzionalità fino a qualche tempo fa assolutamente inutilizzabili.
Presentiamo spesso lampade smart che possono essere accese o spente a distanza, prese elettriche altrettanto intelligenti che forniscono o tolgono l’alimentazione ai carichi a valle sulla base delle indicazioni dell’utente, telecomandi a infrarossi WiFi che consentono di gestire il comportamento di qualsivoglia device (ad esempio climatizzatori, impianti di riscaldamento, sistemi audio, di illuminazione, televisori,…), dispositivi per la domotica e così via.
La totalità di questi dispositivi è amministrabile da remoto con un’app (talvolta è proprietaria, altre volte è condivisa tra più device): gli assistenti vocali dei vari produttori offrono la possibilità di gestire la smart home da un’unica interfaccia, utilizzando anche soltanto la propria voce.
Nell’articolo Spegnere e accendere luci a distanza con una app o con i comandi vocali abbiamo visto come si configurano facilmente delle lampade smart in Google Assistant.
Con l’assistente di Google basta portarsi nelle impostazioni, selezionare la voce Google, scegliere Ricerca, assistente e funzioni vocali quindi Assistente Google infine scegliere la scheda Assistente e la voce Domotica.
Cliccando sull’icona “+” si accederà a una infinita lista di produttori di dispositivi smart: da qui basterà scegliere quello d’interesse e seguire la procedura guidata.
Con Amazon Alexa per poter interagire con i dispositivi smart è necessario installare e abilitare le corrispondenti skill: Skill Alexa: cosa sono, come funzionano e come si creano.
Toccando Dispositivi nell’app Alexa quindi Skill per casa intelligente e infine il pulsante Attiva skill per casa intelligente, si attingerà al ricco database di Amazon.
Amazon ha recentemente dichiarato che Alexa è compatibile con decine di migliaia di dispositivi smart: Amazon Alexa è compatibile con 60.000 dispositivi di migliaia di produttori.
Gli assistenti vocali sono poi utilissimi nella definizione delle cosiddette routine giornaliere.
Come spiegato nell’articolo Assistente Google: cosa sono e come funzionano le routine, si può ad esempio fare in modo che l’assistente vocale, dopo aver ascoltato la parola Buongiorno inizi a ricordare gli appuntamenti del giorno (interfacciandosi con il calendario), attivi automaticamente la suoneria del telefono, accenda la macchina del caffé, alzi gli scuri alle finestre, indichi le previsioni meteo odierne, faccia partire la riproduzione di un brano musicale, esamini il traffico verso il posto di lavoro e così via.
Ovviamente gli smart speaker, con assistente vocale integrato, restano un’ottima scelta per chi è amante della musica e desidera avere un dispositivo intelligente capace di reagire all’umore dell’utente proponendo il giusto brano per ogni situazione.
In questo senso sono utili dispositivi come Google Home Mini, Google Home e Google Nest Hub.
Quest’ultimo non è soltanto uno speaker intelligente ma anche un dispositivo da tavolo dotato di display che può mostrare le risposte alle domande che vengono poste: Google Home Hub, arriva il display intelligente integrabile con i dispositivi IoT.
In casa della Mela, ricordiamo Echo Dot, Echo Plus, Echo Input, Echo Show ed Echo Spot: I nuovi altoparlanti intelligenti Amazon Echo arrivano in Italia.
Anche gli smart speaker e i dispositivi come Google Home Hub si attivano solo quando “odono” la frase di attivazione. In alcuni casi, però, potrebbero verificarsi attivazioni automatiche errate. Se avete una moglie, una figlia o una fidanzata che si chiamano Alessia, suggeriamo per ovvi motivi di modificare la frase di attivazione dei dispositivi basati sull’assistente digitale Amazon Alexa.
Attenzione anche alla scelta che potrebbe fare in futuro Amazon: Alexa sarà forse costantemente in ascolto: la reazione di Kaspersky. Questi tipi di comportamenti devono essere sempre personalizzabili dagli utenti per motivi di privacy: accertarsi quindi che gli assistenti digitali non siano sempre in ascolto è importante.