È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo bando per portare la connettività ultrabroadband nelle cosiddette aree a fallimento di mercato.
Lo stato, attraverso Infratel Italia – società controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico che sovrintende la diffusione della banda larga nel nostro Paese con particolare attenzione alle aree afflitte dal problema del digital divide, attingendo a fondi statali ed europei – si impegna allo stanziamento di 1,4 miliardi di euro che andranno alle società che si occuperanno di realizzare l’infrastruttura passiva a banda ultralarga, da 30 a 100 Mbps in downstream.
Il primo bando di Infratel Italia riguarda le zone geografiche a fallimento di mercato (dette anche “aree bianche“; vedere l’articolo Banda larga in Italia, dove manca e dove arriverà), quelle aree dove nessun operatore ha mai investito, dove non c’è interesse commerciale a farlo e dove non esiste alcuna forma di concorrenza tra le aziende di telecomunicazioni.
Le regioni citate nel primo bando di Infratel sono complessivamente sei: Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.
Le società che vinceranno la gara saranno incaricate di realizzare la rete che resterà poi di proprietà dello stato e verrà messa a disposizione dei vari operatori.
Vincerà la gara chi offrirà il servizio qualitativamente migliore al prezzo più contenuto.
Non è strettamente necessario usare la fibra: come spesso accaduto in altre zone, è verosimile che la competizione veda la partecipazione degli operatori wireless (vedere Internet senza linea fissa, ecco come raggiungere i 30 Mbps senza fibra ottica).
I nomi dei possibili partecipanti non sono, ovviamente, ancora noti ma ipotizziamo che la Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA) possa essere protagonista: Banda ultralarga wireless, coalizione fra i provider italiani.
TIM ha comunque già fatto sapere che parteciperà a tutte le gare per le aree a fallimento di mercato.