Arduino: è battaglia legale ai vertici del progetto

Il team che ha portato alla luce Arduino è nel caos. Si sono formate due società e l'una sembra voler pestare i piedi all'altra.

Il team che ha portato alla luce Arduino è nel caos. Si sono formate due società e l’una sembra voler pestare i piedi all’altra.
Peccato, perché Arduino è sicuramente uno dei quei progetti che hanno dato e stanno dando lustro al nostro Paese. La piattaforma di prototipazione, nata ad Ivrea (Torino), microcontrollore per l’automazione di processi semplici, viene oggi frequentemente utilizzato come interfaccia “con il mondo” (lettura sensori, attuatori, gestione motori,…) e consente di realizzare piuttosto velocemente piccoli dispositivi dalle funzionalità più disparate (ad esempio controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce, temperatura e umidità,…).

Dopo l’accordo con Intel (Intel collabora con Arduino e presenta la scheda Galileo) e l’ampio favore che Arduino ha saputo guadagnarsi nel tempo, ecco che si registrano le prime frizioni tra i fondatori del progetto.

Arduino, ideato nell’omonimo bar di Ivrea, diventa oggi l’oggetto di minacce legali fra gli stessi fondatori.
Federico Musto e Gianluca Martino aprono una società chiamata Arduino Srl (sito: arduino.org), con sede ad Ivrea, mentre il “socio” Massimo Banzi che dieci anni fa aveva realizzato il progetto Arduino con Gianluca Martino, gli americani David Mellis, Tom Igoe e lo spagnolo David Cuartielles, guida la società Arduino SA, costituita nel 2000 in Svizzera.

Banzi e la sua Arduino SA (il sito di riferimento è arduino.cc) criticano aspramente la decisione di Musto & C. di aprire una società quasi omonima in Italia e parlano di una mossa che crea solamente confusione, negli acquirenti e nella comunità degli utenti. Banzi spiega che la decisione di Musto riguarda attività che fanno esclusivamente a lui capo e che non hanno alcuna relazione con Arduino.

Peccato davvero. Peccato che anziché concentrarsi esclusivamente sulla crescita del progetto, si debba perdere tempo e risorse in una stucchevole battaglia legale.

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