Con 328 voti favorevoli, 245 contrari e 81 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato il cosiddetto “Rapporto Gallo“. Si tratta di una risoluzione, promossa dalla francese cristiano-democratica Marielle Gallo (nella foto), che mira a reprimere severamente la pirateria digitale. Il “report” della deputata d’Oltralpe, ora approvato a Strasburgo, introduce di fatto la dottrina Sarkozy dei “tre colpi“. Si tratta delle disposizioni in vigore in Francia (legge HADOPI; ved., in proposito, questi nostri articoli) che prevedono la disconnessione forzata per coloro che sono sorpresi a scaricare materiale protetto da copyright senza averne titolo. L’espressione “tre colpi” fa riferimento al fatto che l’utente “macchiatosi” del reato di “download illecito”, dapprima riceve un messaggio di posta elettronica che lo informa circa la violazione commessa invitandolo ad astenersi dal reiterare la sua condotta. In caso di comportamento recidivo, l’utente vedrà recapitarsi una raccomandata e, come ultimo passo, sarà chiamato dinanzi ad un giudice il quale comminerà una sanzione oppure disporrà la disconnessione forzata.
Il “rapporto Gallo” non è una legge ma è una risoluzione che è destinata, a questo punto, a guidare i futuri provvedimenti assunti in materia di tutela del diritto d’autore e “file sharing” a livello europeo e nazionale.
La FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha accolto con favore le novità provenienti dal Parlamento europeo: “sicuramente il voto del Parlamento europeo costituisce un importante segnale affinché vi sia una maggiore incisività nella lotta anche alla pirateria digitale in Europa e negli Stati membri“, ha dichiarato il Presidente Enzo Mazza.
Roventi critiche, invece, provengono da consumatori ed oppositori. Jérémie Zimmermann (La Quadrature du Net, associazione a tutela dei diritti civili) così commentato: “si tratta della dimostrazione di come l’industria dell’entertainment intenda imporre in Rete un regime di polizia privata in materia di copyright“. Molti osservano come nel report della Gallo non sia fatta distinzione alcuna tra il download a scopo di lucro e l’utilizzo privato del materiale prelevato dalla Rete. Inoltre, chi ha osteggiato le proposte della Gallo fa presente come di fatto possano prendere il via accordi tra provider e detentori dei diritti sui contenuti digitali: in questo modo si introduce il concetto di “giustizia privata” che non sarebbe assolutamente sostenibile.
Si tratta di un punto evidenziato con forza da Christian Engström, membro del Parlamento Europeo per il “Partito dei Pirati” svedese: “è una battuta d’arresto nella battaglia per una rete Internet libera ed aperta; per una riforma intelligente in materia di copyright“. Il timore è che i fruitori della Rete vengano privati delle libertà civili fondamentali.
La posizione di Luigi Berlinguer, Vicepresidente della Commissione giuridica del Parlamento Europeo, è stata raccolta da “Europarlamento24” (ved. questo articolo): “le misure d’inasprimento penale contro gli utenti della rete su cui si fonda il rapporto, oltre che inefficaci, finirebbero per cancellare o limitare il diritto fondamentale all’informazione e all’accesso alla cultura“.