Apple ha deciso di mettere i puntini sulle “i” effettuando alcune variazioni all’accordo che i programmatori interessati a sviluppare applicazioni per i dispositivi iPhone ed iPad sono tenuti a rispettare. L’intervento applicato mira essenzialmente ad impedire l’impiego di compilatori “cross-platform” da parte degli sviluppatori. Chi realizza applicazioni per iPhone ed iPad non potrà servirsi di strumenti capaci di rendere il codice messo a punto per altre piattaforme (ad esempio il software scritto in Java) adatto per l’automatica creazione di applicazioni “native” per i dispositivi della società di Steve Jobs.
Nel nuovo accordo di licenza di Apple (Developer Program License Agreement) si legge: “le applicazioni debbono essere originariamente scritte utilizzando Objective-C, C, C++ o JavaScript ed eseguite dal motore WebKit integrato nell’iPhone OS; solo il codice realizzato in C, C++ ed Objective-C può essere compilato e linkato servendosi delle API illustrate nella documentazione“. Le applicazioni che fanno leva su API documentate attravrso traduzioni intermedie o strumenti atti a garantirne la compatibilità con il sistema operativo di Apple iPhone sono insomma esplicitamente proibite dalla “società della mela”.
Ray Valdes, uno degli analisi di Gartner, ha osservato come la mossa sembri diretta principalmente a “tagliare le gambe” ad Adobe. “Le due aziende hanno un rapporto conflittuale che affonda le sue radici nel passato, almeno a quindici anni fa“, ha aggiunto Valdes.
Oggetto di baruffe tra Apple ed Adobe è spesso stato l’impiego della tecnologia Flash sui dispositivi iPhone, iPod Touch ed iPad. Apple, da parte sua, ha affermato che – consentendo l’uso di Flash sui dispositivi portatili prodotti e commercializzati dall’azienda – si sarebbero verificate problematiche di performance tanto che Steve Jobs in persona arrivò a dichiarare: “le prestazioni di Flash sono troppo scarse per potersi rivelare utile” sull’iPhone.
Nelle scorse ore, durante una presentazione della versione di anteprima di iPhone OS 4.0, Jobs ha “rincarato la dose” rigettando l’idea della possibile integrazione della tecnologia Flash all’interno dei dispositivi mobili targati Apple.
Lo scorso anno, Adobe aveva annunciato uno strumento “packager” in grado di ricompilare le applicazioni Flash in modo da poter operare in modo nativo sull’Apple iPhone.
Con la manovra appena posta in essere, Apple ha ufficialmente impedito l’applicazione di simili pratiche non acconsentendo alla “trasformazione” di codice sviluppato ricorrendo a linguaggi diversi da quelli citati nel nuovo “agreement“.
Il “Packager” di Flash Professional CS5 non è l’unico prodotto ad essere stato posto “fuori gioco” con l’approccio “legalese” di Apple. Al tappeto appere essere, ad esempio, anche “MonoTouch“, strumento in grado di compilare applicazioni C# e .Net in prodotti “nativi” per gli iPhone.
Valdes ha spiegato che la prerogativa di Apple sembra essere, allo stato, quella di mantenere la sua piattaforma il più possibile “indipendente” dalla Babele di lingue – in termini di linguaggi e strumenti di programmazione – parlata “all’esterno”. “Alcuni sviluppatori hanno comunque valutato l’iniziativa piuttosto strana. Le reazioni potrebbero quindi essere negative“, ha osservato l’analista di Gartner.
Adobe, in una rimostranza presentata venerdì alla “U.S. Securities and Exchange Commission“, ha identificato – nell’operazione di Apple – un “fattore di rischio” per la salute del proprio business che potrebbe tra l’altro forzare gli utenti a migrare verso “tecnologie alternative”.
Lee Brimelow, Adobe “platform evangelist”, considera la manovra messa in campo come un’azione impossibile nella pratica criticandola con toni molto aspri. Brimelow ha pubblicato un “disclaimer” spiegando come le sue opinioni possano non riflettere quelle di Adobe ed ha parlato di un atteggiamento “tirannico” da parte di Apple.
I portavoce di Adobe si sono per il momento limitati a registrare il cambiamento apportato da Apple all’accordo sottolineando che esso sarà oggetto di studio. “Lo sviluppo del Packager per iPhone OS“, si spiega dall’azienda, “proseguirà“.
Per quanto riguarda “MonoTouch“, Novell – che ne cura lo sviluppo – ne ha comunque appena annuncio il rilascio in versione finale. “Grazie a MonoTouch 2.0, Novell ora supporta lo sviluppo di applicazioni per iPad che già si aggiunge al già esistente sostegno per lo sviluppo di applicazioni per iPhone e iPod Touch“, si dichiara senza però far riferimento alcuno alla recentissima presa di posizione di Apple. A capo del progetto MonoTouch c’è Miguel de Icaza che spiega: “il nostro kit di sviluppo MonoTouch 2.0 consente a chi usa la diffusa piattaforma .Net di Microsoft di sfruttare lo schermo più grande dell’iPad e di trarre vantaggio dalle sue varie nuove funzionalità“.