Gli AirTag sono dispositivi che Apple ha presentato ad aprile 2021 e che aiutano i legittimi proprietari a rintracciare oggetti di varia natura. Dotati di supporto Bluetooth e NFC, gli AirTag possono inviare, su richiesta, un segnale per informare sulla loro posizione e permettere di trovare ciò che si aveva perso.
Grazie alla piattaforma Dov’è gli AirTag possono inviare le informazioni di geolocalizzazione appoggiandosi ai dispositivi Apple appartenenti a soggetti sconosciuti eventualmente presenti nelle immediate vicinanze.
Apple ha ricordato che gli AirTag non possono essere un problema per la privacy in nessun caso perché viene usato un algoritmo end-to-end che impedisce agli stessi tecnici della Mela di leggere i dati in transito. A questo proposito un ricercatore ha dimostrato che falsi AirTag possono comunque scambiare dati con i dispositivi remoti usando i device Apple dei passanti.
Se uno stalker avesse collocato un AirTag in un veicolo, in una borsa, in una tasca altrui con lo scopo di pedinare un’altra persona, l’iPhone segnala la presenza nelle vicinanze del dispositivo sospetto. Purtroppo non esiste interoperabilità tra AirTag e dispositivi Android: se uno stalker avesse preso di mira chi possiede uno smartphone Android e non usa alcun melafonino, allora AirTag inizierebbe a riprodurre un avviso acustico (“bip”) soltanto a distanza di 3 giorni.
Il rischio in ottica futura è che il firmware non ufficiale per il SoC ESP32 messo a punto da Fabian Bräunlein e pubblicato su GitHub possa essere sfruttato per trasferire informazioni sulla geolocalizzazione anche da dispositivi diversi dagli AirTag appoggiandosi paradossalmente proprio alla rete Apple.
Riconoscere gli AirTag da Android
Dicevamo che ad oggi su Android non c’è alcuna applicazione ufficiale e non che permetta di ottenere indicazioni sulla presenza di AirTag nelle zone limitrofe.
Per effettuare una scansione alla ricerca degli AirTag nelle vicinanze da un dispositivo Android si può usare l’app gratuita LightBlue.
Gli AirTag vengono riportati come dispositivi “senza nome” ma la presenza di “Apple, Inc.” in corrispondenza di Manufacter specific data permette di capire subito che ci si trova in prossimità di un AirTag.
Il dato sulla potenza del segnale Bluetooth LE (BLE) espresso in dBm si aggiorna in tempo reale nell’app LightBlue e permette di accorgersi quando ci si sta avvicinando o viceversa allontanando dall’AirTag.
Attivando il chip NFC sugli smartphone Android che lo integrano si può avvicinare il dispositivo al dorso dell’AirTag per leggere eventuali informazioni lasciate dal proprietario.
Cosa accadrà se anche Google in futuro decidesse di lanciare sul mercato un tracker simile ad AirTag? Anche gli utenti di Android riceveranno una notifica quando un AirTag sconosciuto si muovesse insieme con loro esattamente come fa oggi la funzione Apple Dov’è? E gli utenti che usano un iPhone dovranno aspettare a loro volta 3 giorni per sentire un bip?
Sarebbe auspicabile una maggiore interoperabilità tra gli AirTag e Android e sarebbe utile se Apple e Google si accordassero sullo sviluppo di uno standard multipiattaforma. Le probabilità che ciò avvenga, comunque, sono davvero scarse.