Il comparto fotografico di uno smartphone non è certo paragonabile a una reflex. E non può non essere cosa scontata. Nell’articolo Megapixel: il mito in campo fotografico e le immagini gigapixel abbiamo fornito qualche dettaglio tecnico.
A onor del vero, va comunque detto che sensori moderni come il Sony IMX586 e il Samsung ISOCELL Bright HMX realizzato in collaborazione con Xiaomi (vedere Samsung presenta il primo sensore per smartphone da 108 Megapixel) sono comunque in grado di produrre foto che possono vantare ottima risoluzione, dinamica e saturazione.
I produttori di smartphone stanno letteralmente facendo a gara (i continui cambi al vertice nella classifica stilata da DxOMark ne sono testimonianza tangibile) per presentare dispositivi mobili con la migliore fotocamera di sempre. Mentre sul piano dell’hardware la competizione è serrata, sul versante software – a volte – l’app Fotocamera proposta di default lascia un po’ a desiderare.
Alcune app Fotocamera sono complicate da usare o mancano di alcune funzioni, come la possibilità di agire su controlli manuali.
Sulla carta, quindi, vale la pena provare a installare le app Android di terze parti da usare in sostituzione o accanto a quella preinstallata ma i risultati potrebbero essere molto variabili in funzione della configurazione software del singolo smartphone.
Senza andare troppo nello specifico, le API Camera2 sviluppate da Google e rese disponibili sin dai tempi di Android 5 costituiscono la base per la realizzazione delle app Fotocamera in quanto permettono alle app di accedere al tempo di esposizione, al valore ISO, ai dati del sensore in formato RAW e ad altre funzioni.
Peccato però che i produttori di smartphone non sono ad oggi tenuti a implementare obbligatoriamente le API Camera2 e possono usare in differenti forme.
Il supporto “legacy“, ad esempio, consiste nel supporto della semplice API Camera1, più vecchia e con funzioni inferiori; il livello di implementazione Limited include alcune funzioni di Camera2 mentre Full, contrariamente al suo nome, non tiene conto di tutte le specificità di Camera2 ma offre comunque il controllo del flash, l’accesso ai dati del sensore e altro ancora. Solamente i dispositivi che offrono il “Level_3“, l’API Camera2 è pienamente disponibile, compresi supporto RAW e YUV.
Per verificare che cosa permette di fare il proprio dispositivo, è possibile installare l’app gratuita Camera2 API Probe ed esaminare il responso mostrato nella prima schermata.
Uno svantaggio dell’API Camera2 è la gestione ancora poco efficace di più sensori con la possibilità di scegliere tra quello principale, il teleobiettivo e il grandangolare. Infine, va detto, che l’API Camera 2 nel caso di alcuni smartphone è disponibile solo per l’app Fotocamera preinstallata mentre non è completamente accessibile dalle app di terze parti installate dall’utente.
Se l’utilizzo della API Camera2 non fosse sufficientemente “aperto”, quindi, è lecito attendersi poche migliorie da parte di app di terze parti. Chi avesse sottoposto il proprio dispositivo a procedura di rooting può comunque tentare di forzare l’utilizzo dell’API Camera2 modificando il file build.prop
(verificare comunque le istruzioni per il proprio specifico smartphone).
Ad ogni modo app Fotocamera alternative permetteranno di scattare foto utilizzando una nutrita schiera di funzioni avanzate. Open Camera, che avevamo presentato già nel 2017 (App fotocamera su Android: come usarla al meglio), per esempio, può evidenziare in tempo reale le aree sovraesposte con un tratteggio.
Sia Open Camera che Footej Camera che, ancora, HedgeCam permettono di sovrapporre all’immagine inquadrata un istogramma che aiuta a stimare la gamma dinamica e la distribuzione del colore prima dello scatto. Open Camera e HedgeCam possono usare una foto precedente come una sorta di “immagine fantasma” e assicurarsi della perfetta resa di un dettaglio importante.
Footej Camera, gratuita nella versione base, offre un’ottima interfaccia utente che permette, tra le varie cose, di scegliere tra alcune modalità di scatto: foto, video, burst, HDR,… In modalità burst l’applicazione scatta fino a 100 foto con un intervallo minimo di 100 millisecondi (da queste è possibile anche generare un file GIF; funzionalità pienamente fruibile da chi acquista la versione completa dell’app a 3 euro circa).
Open Camera ha dalla sua molteplici fiori all’occhiello tra cui la possibilità di richiedere l’attivazione e quindi l’acquisizione di un’immagine o di una sequenza video anche con i comandi vocali o via Bluetooth.
Tante le modalità di scatto previste e le correzioni automaticamente applicabili tra le quali la posizione dell’immagine (gli scatti vengono “raddrizzati” ovviamente a spese delle dimensioni della foto). Tra i punti di forza anche il mirino ampiamente personalizzabile che include una sorta di livella virtuale (per non fare scatti con l’orizzonte in obliquo) e l’indicazione dell’angolo di visuale.
In modalità HDR, è possibile regolare il numero di scatti (tre o cinque), l’apertura focale e il livello di contrasto.
HedgeCam 2 si basa sul codice di Open Camera e risulta quindi piuttosto simile. Quest’applicazione si mette in evidenza per le tante funzionalità che mirano a ottimizzare i risultati nell’acquisizione di selfie.
La fotocamera posteriore può essere impostata su una diverse modalità pre-configurate; in modalità manuale, il valore ISO e il tempo di esposizione possono essere comodamente selezionati tramite due cursori.
La modalità HDR offre molte opzioni avanzate: si possono scegliere il numero di foto da acquisire, i profili per la mappatura dei toni, il grado di sfocatura e le differenze massime in termini di contrasto. HedgeCam 2 offre inoltre strumenti per la gestione del bilanciamento del bianco mentre alcune calibrazioni funzionano solo su certi modelli di smartphone.
Stranamente non è stata conservata la funzione di Open Camera che indica, su richiesta, le aree sovraesposte.
Alcuni aspetti meritano particolare attenzione: al momento della creazione dei file JPEG delle foto, le app preinstallate (quelle dei singoli produttori degli smartphone) si comportano meglio.
Questo è dovuto al fatto che i produttori di smartphone possono calibrare i loro algoritmi in maniera più precisa sulla base delle caratteristiche dell’hardware.
Soltanto le app preinstallate, inoltre, esaltano la “modalità notte” e offrono una “modalità ritratto” ottimizzata in grado di gestire al meglio l’effetto bokeh.
Infine, solo le app preinstallate dai produttori possono accedere a funzionalità “super-grandangolo” e “telephoto” senza errori.