Google ha avviato quest’oggi la distribuzione della prima versione “beta” di Android Q. Come spiegato a questo indirizzo, il sistema operativo può essere eseguito in anteprima solo usando un emulatore Android oppure scaricando e installando le immagini per gli smartphone Pixel, Pixel XL, Pixel 2, Pixel 2 XL, Pixel 3 e Pixel 3 XL.
Com’era già noto, Android Q supporterà nativamente i dispositivi ripiegabili su se stessi e, tra le funzionalità più importanti, disporrà di nuovi strumenti per la sicurezza dei dati memorizzati e la privacy.
Le applicazioni installate dovranno richiedere speciali permessi per accedere alle informazioni di geolocalizzazione e alle impostazioni di rete; l’utente potrà limitare o azzerare le attività che possono essere espletate dalle app in esecuzione in background; saranno attivate nuove restrizioni per ciò che riguarda l’accesso agli identificativi hardware (IMEI, numeri seriali, indirizzi MAC e così via); gli utenti potranno autorizzare l’accesso alla posizione geografica solo quando un’app è in primo piano; le app potranno usare delle sandbox proprie per gestire file e download.
Con Android Q gli sviluppatori potranno usare nuovi collegamenti per facilitare la condivisione di contenuti fra le app mentre gli utenti potranno accedere ad alcune impostazioni di sistema direttamente dalle applicazioni in esecuzione, senza più la necessità di abbandonarle.
Gli sviluppatori di Google hanno inoltre ampiamente rivisto il funzionamento dello stack WiFi in modo da migliorare la privacy, le performance e gestire le comunicazioni con i dispositivi IoT.
Le applicazioni potranno utilizzare il formato aperto Dynamic Depth per le foto: esso consiste di un unico file contenente, oltre al JPEG, una serie di metadati XMP per accedere alle informazioni sulla profondità di campo. Sarà così possibile applicare effetti di sfocatura particolari, migliorare l’effetto bokeh o utilizzare i dati raccolti per generare immagini 3D, utili per sviluppare progetti di realtà aumentata.
A proposito di formati aperti, Android Q supporterà AV1, Opus e HDR10+. Abbraccerà inoltre le librerie Vulkan 1.1, le API Neural Networks 1.2 e il protocollo crittografico TLS 1.3.
Tanti i miglioramenti apportati al motore ART (Android Runtime) che già ai tempi di Lollipop sostituì lo storico engine Dalvik. Grazie al nuovo ART, le applicazioni ridurranno significativamente i tempi di avvio e consumeranno meno memoria.
Il sistema garbage collector è stato notevolmente migliorato alleggerendo il suo impatto sull’utilizzo del processore e funzionando quindi in modo più efficace sui dispositivi di fascia medio-bassa.
Android Q potrebbe essere rilasciato in versione finale già entro la fine dell’estate.