Non è una novità. Già un anno fa vi avevamo raccontato come Amazon progetti e realizzi i suoi processori, da utilizzare in ambito data center e in particolare congiuntamente con i suoi servizi AWS: AWS, tante novità in termini di funzionalità e servizi per la piattaforma cloud di Amazon.
A distanza di dodici mesi, Amazon ha presentato Graviton2, nuova “incarnazione” del suo processore ARM che – in ambito data center – viene descritto come in grado di offrire il 40% di prestazioni in più rispetto agli x86, su ogni singola istanza.
Graviton2 conferma da un lato la volontà di Amazon di svincolarsi sempre più da realtà quali Intel e AMD , dall’altro gli investimenti che l’azienda di Jeff Bezos intende continuare a riservare all’architettura ARM.
Il processore per la piattaforma AWS, ottimizzato per i carichi di lavoro “cloud-nativi”, poggia sulla piattaforma ARM Neoverse a 64 bit e utilizza un design system-on-a-chip personalizzato dagli ingegneri di Amazon.
Graviton2 raddoppia le performance nelle operazioni in virgola mobile risultando quindi ancora più efficiente nelle elaborazioni scientifiche. Supporta inoltre fino a 64 CPU virtuali, 25 Gbps di banda e fino a 18 Gbps su Amazon EBS.
Per le sue caratteristiche, Graviton2 pone un’importante pietra miliare mettendo bene in evidenza quanto, dopo ritardi e partenze tutt’altro che convincenti, l’utilizzo dell’architettura ARM a livello di data center è divenuto finalmente una realtà.
Amazon Graviton2 non è comunque un “unicum“: i grandi fornitori di servizi cloud hanno tutti lavorato, nel corso degli anni, sullo sviluppo di processori personalizzati. Gli ingegneri di Google Cloud si sono concentrati principalmente sull’inferenza, l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale (TPU); i tecnici di Microsoft Azure hanno sviluppato chip FPGA.
Amazon sta usando un approccio nuovo in termini di “infrastruttura come servizio” (IaaS) producendo processori che nel medio termine potrebbero consentire di tagliare i costi di realizzazione, migliorare le prestazioni sul versante degli utenti e ridurre le spese da parte degli abbonati ai servizi. La chiusura di un cerchio che Amazon, con AWS, sta fortissimamente cercando.