Uno studio realizzato dagli accademici della prestigiosa università britannica University College di Londra (UCL) mette in luce diverse “leggerezze” dell’approccio scelto da Microsoft per l’installazione degli aggiornamenti per Windows 10.
La ricerca, i cui risultati sono consultabili in questo documento, ha coinvolto 93 partecipanti monitorando il comportamento dei loro sistemi Windows 10 Home.
È infatti proprio Windows 10 Home che è solito causare qualche “mal di testa” agli utenti per ciò che riguarda le procedure di download e installazione degli aggiornamenti Microsoft.
Sin da quando il nuovo sistema operativo è stato rilasciato, quasi quattro anni fa, Windows 10 è stato presentato come una piattaforma capace di aggiornarsi da sola e di evolvere nel tempo grazie a corposi pacchetti di aggiornamento (feature update) oggi rilasciati a cadenza semestrale.
Il problema di fondo, che viene nuovamente evidenziato nella ricerca accademica, è che di default – a meno di non intervenire in modo più approfondito sulla configurazione del sistema (vedere Sospendere l’aggiornamento a Windows 10 Aggiornamento di ottobre 2018) – non hanno modo di posticipare l’installazione degli aggiornamenti che spesso vengono applicati automaticamente, da parte di Windows 10, nei momenti meno opportuni.
Gli utenti di Windows 10 Home possono accedere alla schermata di Windows Update quindi cliccare su Cambia orario di attività per evitare che il sistema venga improvvisamente riavviato mentre si sta lavorando. Ma gli orari impostati di default mal si adattano all’utilizzo dei sistemi Windows 10 Home e sono pochi gli utenti che conoscono l’esistenza dell’impostazione Cambia orario di attività.
Inoltre, ed è questa una critica ricorrente, Windows 10 non indica in maniera efficace quando sta per verificarsi un riavvio della macchina mettendo l’utente in difficoltà nel momento in cui il reboot avviene in automatico.
Si prenda il seguente diagramma di flusso. Esso è stato realizzato da Jason Morris, Ingolf Becker e Simon Parkin (UCL) e riassume efficacemente la complessità delle verifiche che vengono svolte da Windows Update e da Windows 10 per l’installazione degli aggiornamenti Microsoft.
Se da un lato Microsoft sta cercando di semplificare la gestione degli aggiornamenti semestrali (feature update; vedere Canale semestrale Windows 10: addio all’attuale distinzione), dall’altro si registrano immensi margini di ottimizzazione per ciò che riguarda l’usabilità dell’intero processo di aggiornamento.
D’altra parte una buona fetta dell’utenza non conosce la differenza tra gli aggiornamenti mensili riguardanti le problematiche di sicurezza e i feature update semestrali. Molti non sanno che questi ultimi – che essenzialmente introducono nuove funzionalità in Windows 10 ma che non risolvono bug – possono essere tranquillamente posticipati, addirittura fino a 18 mesi nel caso delle edizioni Home e Pro del sistema operativo; fino a 30 mesi per Windows 10 Enterprise ed Education.
Inoltre, non è cosa nota che chiedendo manualmente a Windows Update di cercare gli eventuali aggiornamenti disponibili possono essere installati pacchetti non strettamente necessari: Windows 10, il controllo manuale degli aggiornamenti installa patch non indispensabili.
Nell’articolo Windows Update: come gestire gli aggiornamenti abbiamo presentato quelle che secondo noi sono oggi le migliori strategie per gestire gli aggiornamenti di Windows 10.